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I Content Warning e i Trigger Warning sono realmente efficaci?

gen 07, 2024

Sui social media e sui giornali online è diventato sempre più comune l'utilizzo di avvisi sui contenuti per informare il pubblico di potenziali argomenti angoscianti o sgradevoli. Tuttavia, uno studio condotto da "Clinical Psychological Science" dimostra che questi avvisi non solo non riducono il disagio, ma possono addirittura aumentarlo.

I Content Warning e i Trigger Warning sono realmente efficaci?

Che cosa sono i "Trigger Warning" o ""Content Warnings"?

Nell'era digitale in cui viviamo, l'accesso ad una vasta gamma di contenuti online è diventato, per molte persone, una realtà quotidiana. Tuttavia, alcuni di questi contenuti potrebbero avere un impatto negativo sulla salute mentale degli individui che hanno subito traumi o che sono vulnerabili a determinati stimoli. Per affrontare questa problematica psicologica, sono stati introdotti i seguenti avvisi:

  • I Trigger Warnings, anche conosciuti come fattori scatenanti, sono avvisi che segnalano la presenza di contenuti potenzialmente disturbanti o traumatici all'interno di un testo o di un media. Essi hanno lo scopo di avvertire gli utenti sensibili in modo che possano prendere una decisione consapevole sull'opportunità di esporrsi o meno alla visione di tali contenuti.
  • I Content Warnings, invece, sono avvisi simili ai Trigger Warnings ma presentano una prospettiva più ampia. Essi possono includere una gamma più estesa di contenuti potenzialmente sconvolgenti o inappropriati, come ad esempio delle immagini di violenza, l'utilizzo di un linguaggio esplicito, elementi di discriminazione, la presenza di abusi sessuali o di contenuti che riguardano argomenti delicati come il suicidio. Spesso questi avvisi si trovano indicati sulle piattaforme streaming o nei videogiochi.

In ambito accademico e scientifico l'efficacia dei Trigger Warnings e dei Content Warnings è stata oggetto di dibattito. Diversi studi hanno suggerito che tali avvisi potrebbero non essere efficaci nel prevenire l'impatto negativo di contenuti disturbanti sulla salute mentale degli individui. Alcuni ricercatori, infatti, ritengono addirittura che i Trigger Warnings possano essere dannosi, in quanto potrebbero rinforzare le paure e le ansie dei soggetti sensibili. Una recente meta-analisi ha cercato di fare chiarezza sul tema.

Come sono nati questi avvisi?

I trigger warnings sono nati nei primi forum quando il web ha iniziato a diventare popolare e si sono diffusi nell'ambiente universitario e nei media in generale. Inizialmente pensati per argomenti traumatici come le aggressioni e le violenze il loro utilizzo si è esteso ,in seguito, ad una più vasta gamma di esperienze. Nonostante non esista un'analisi formale, i trigger warnings vengono insireti nelle serie televive, nei videogiochi e nei media includendo avvisi sulle possibili reazioni emotive o specificando che il contenuto potrebbe offendere alcuni gruppi di persone particolarmente interessati dal contenuto. La loro definizione si basa sull'intento più che condivisibile di aiutare gli individui a prepararsi psicologicamente e ad evitare dei contenuti che potrebbero scatenare in loro ricordi o emozioni legate a esperienze passate. Ma funzionano realmente?

L'efficacia degli avvisi sui contenuti sensibili

Lo studio sulla rivista Clinical Psychological Science ha analizzato 12 ricerche precedenti focalizzate sull'efficacia dei content warning. L'obiettivo era quello di comprendere l'impatto di queste avvertenze sul benessere emotivo e cognitivo del pubblico, in particolare nel caso in cui ci fossero stati dei contenuti negativi o disturbanti. La ricerca si è concentrata nel tentativo di dare una risposta a quattro domande principali:

  1. I trigger warnings cambiano le reazioni emotive?
  2. Aumentano l'evitamento di materiale specifico?
  3. Hanno effetti sulle emozioni anticipatorie come l'ansia?
  4. Hanno un impatto dal punto di vista educativo?

La meta-analisi ha esaminato i principali studi empirici correnti su questi temi. Nel complesso, hanno scoperto che gli avvisi non producono un effetto positivo sulle risposte affettive. Addirittura, aumentano in modo sensibile l'ansia anticipatoria. I risultati sull'evitamento sono meno precisi ma suggeriscono comunque che questi avvisi non hanno un effetto sull'interazione con il materiale esplicito. Questi risultati, quindi, hanno importanti implicazioni politiche, sociali oltre che per la pratica clinica.

In sintesi

  • I risultati di questa meta-analisi hanno dimostrato che i content warning non producono un impatto positivo sulle reazioni emotive.
  • Al contrario, è emerso che tali avvisi possono aumentare i sentimenti di ansia rispetto alla visione del contenuto.
  • Infatti, mentre l'intento di queste avvertenze è generalmente quello di proteggere il pubblico da potenziali disagi, la ricerca suggerisce che potrebbero, al contrario, addirittura produrre addirittura l'effetto opposto, aumentando l'ansia e influenzando anche la dimensione cognitiva (attivando ad esempio l'over-thinking in soggetti particolarmente sensibili).
  • Quanto emerge dalla ricerca ha implicazioni significative per gli editori, i giornalisti, i creatori di contenuti e i professionisti della salute mentale, che devono considerare attentamente l'uso e l'impatto di queste avvertenze.

In conclusione, questo studio invita ad una riflessione critica sull'efficacia e sull'uso appropriato dei content warning. Se l'intenzione di proteggere il pubblico è lodevole, è fondamentale valutare gli effetti reali di queste pratiche sulla salute psicologica e sull'esperienza emotiva dei destinatari. La ricerca apre la strada a ulteriori studi su come le avvertenze sui contenuti possano essere implementate in modo efficace e sensibile, tenendo conto delle diverse reazioni individuali.

Dott.Igor Graziato Psicologo del lavoro. Ipnotista. Esperto di VRT Virtual Reality Therapy

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

Victoria M. E. Bridgland Payton J. Jones and Benjamin W. Bellet. A Meta-Analysis of the Efficacy of Trigger Warnings, Clinical Psychological Science

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