Blog Layout

Il Sudoku fa bene al cervello?

lug 09, 2021

Molte persone pensano il Sudoku sia un toccasana per la mente e oggi anche la scienza conferma questa ipotesi. Infatti il Sudoku produce un impatto positivo a livello psicologico coinvolgendo sia sulla dimensione cognitiva che su quella emozionale e motivazionale.

Il Sudoku fa bene al cervello?

Il Sudoku: un modo per rilassarsi e per stimolare la mente.

L'estate è sinonimo di vacanze, di mare e di relax anche durante la pandemia. Un modo per trascorrere del tempo riposandosi, sotto l’ombrellone, è quello di fare  le parole crociate o il Sudoku. È un’attività che impegna la nostra mente e coinvolge anche la dimensione motivazionale ed emozionale. Ma questo tipo di attività può avere una reale ricaduta positiva sulla dimensione cognitiva, sulla nostra mente e sulla nostra salute? C’è sempre stato un po’ di contrasto su questo aspetto e alcune ricerche hanno dimostrato una correlazione debole soprattutto nell’uso di alcune app dedicate al cosiddetto “training cognitivo”. Un recente studio che ha coinvolto un campione di quasi 20000 persone (di età compresa tra i 50 e i 93 anni e che non presentavano particolari patologie) sono stati valutati proprio su questi aspetti. Nella ricerca sono stati impiegati dei test cognitivi che hanno esplorato gli aspetti relativi al ragionamento, all’attenzione, alla capacità di elaborare le informazioni, alla memoria…

Il Sudoku fa bene al cervello

I risultati mostrano che l’uso di giochi come il Sudoku possono portare degli effetti positivi sulle capacità cognitive delle persone che hanno dichiarato di utilizzare questo metodo di intrattenimento più volte al giorno. Infatti la differenza è risultata significativa rispetto al gruppo di controllo anche se però ha riguardato tutti i parametri valutati. Questo studio ha quindi individuato la presenza di un rapporto stretto tra la qualità delle funzioni cognitive e l’uso del Sudoku. Alla luce di questi dati incoraggianti potrebbe essere utile, nel futuro, approfondire la questione soprattutto se si considera l’invecchiamento in atto della popolazione mondiale. Si tratterebbe infatti di uno strumento a basso costo, divertente e piacevole per migliorare o conservare le proprie abilità cognitive. Ovviamente questo non significa poter incidere su eventuali patologie che possono svilupparsi con l’invecchiamento ma sicuramente permette di migliorare il benessere e la qualità della vita in modo divertente.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Fonte
The relationship between the frequency of number‐puzzle use and baseline cognitive function in a large online sample of adults aged 50 and over. Helen Brooker, Keith A. Wesnes, Clive Ballard, Adam Hampshire, Dag Aarsland, Zunera Khan, Rob Stenton. Maria Megalogeni ,Anne Corbett. Int J Geriatr Psychiatry. 2019 Jul;34(7):932-940. 

Desideri maggiori informazioni?

Inviando una richiesta si dichiara di aver letto il disclaimer sulla privacy e si autorizza lo studio RPStrategy© ad elaborare una risposta.

Share by: