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La rapina con l’ipnosi: mito o realtà?

ago 12, 2023

Il fenomeno delle rapine con l'ipnosi è un tema che ha catturato l'immaginario collettivo grazie alla sua rappresentazione nei film e nella letteratura. Tuttavia, è importante analizzare attentamente se questa pratica sia effettivamente possibile o se sia solo un mito amplificato dalla fantasia popolare e da come vengono riportate certe notizie sui media. In questo articolo, esploreremo da una prospettiva scientifica e psicologica come funziona l'ipnosi cercando di distinguere tra realtà e finzione.

Rapine con ipnosi mito o realtà scientifica

L'ipnosi è uno stato spontaneo e non alterato di coscienza

Quando guidiamo abitualmente lungo una strada familiare, il nostro cervello tende a mettere il "pilota automatico". Durante questo processo, il nostro livello di attenzione può diminuire, permettendo alla mente di vagare e concentrarsi su altri pensieri o alle preoccupazioni. Questo stato ipnotico spontaneo può essere paragonato a uno stato di trance leggera, in cui siamo ancora consapevoli delle nostre azioni e dell'ambiente circostante, ma siamo meno focalizzati su di esso. Guidare un'auto è un processo che richiede una quantità enorme di risorse cognitive che, quando si è diventati esperti nella guida, si trovano a livello incoscio. Ne consegue che possiamo svolgere una serie di attività in contemporanea come cantare una canzone, parlare con il passeggero, telefonare a qualcuno, progettare le vacanze e mille altre attività mentali senza mettere a rischio la nostra sicurezza. Dal punto di vista neurologico, l'ipnosi spontanea durante la guida coinvolge aree del cervello responsabili della consapevolezza e dell'attenzione. Mentre guidiamo in modo automatico, le regioni cerebrali coinvolte nell'elaborazione delle informazioni visive e motorie possono diminuire la loro attività, mentre altre regioni correlate all'immaginazione possono diventare più attive. Questo equilibrio di attività cerebrale può rendere possibile l'entrata in uno stato ipnotico spontaneo. Il risultato è che arriviamo a destinazione, alle volte, quasi in modo magico e soprendente. Infatti, potremmo notare che il tempo sembra passare più velocemente o che abbiamo una sensazione di distanza emotiva rispetto alle nostre azioni. Possiamo ricordare poco o nulla del tragitto, nonostante abbiamo percorso percorsi familiari molte volte. Questo perché la nostra mente è stata focalizzata su pensieri o preoccupazioni personali invece dell'azione di guida stessa. Tuttavia, è importante sottolineare che in questo stato mentale non siamo fuori controllo o che agiamo in modo irresponsabile sulla strada.

La rapina con l’ipnosi: mito o realtà?

Una persona entra in un negozio, ben distinta e con dei modi di fare piacevoli e rassicuranti. Si avvicina al commesso ed inizia a confonderlo con il linguaggio, riuscendo a farsi consegnare spontaneamente i soldi che si trovano nella cassa.  La scena si ripete più o meno sempre nello stesso modo, la notizia viene riportata sui media facendo riferimento ad una rapina realizzata grazie all’uso dell’ipnosi. Spesso esistono anche dei video ripresi dalle telecamere di sorveglianza che testimoniano proprio questo crimine. Ma come è possibile tutto questo? Per prima cosa sfatiamo un mito, anche se il rapinatore sembra utilizzare alcune tecniche ipnotiche eriksoniane siamo di fronte ad un altro fenomeno.  Per prima cose non tutte le persone sono suggestionabili nello stesso modo. Infatti, la suggestionabilità varia da persona a persona. Alcuni individui possono essere più suscettibili all'ipnosi mentre altre possono essere meno influenzabili. La suggestionabilità individuale può essere influenzata da vari fattori, tra cui, la fiducia nell'ipnotizzatore, le aspettative personali, l’effetto alone e il livello di stress individuale. Tuttavia, la suggestionabilità non implica necessariamente una perdita di controllo o una disposizione a compiere atti contro la propria volontà. Chi cerca di manipolare l'interlocutore procede prima con una serie di tentativi per saggiare il grado di suggestionabilità della vittima. La comunicazione non verbale svolge un ruolo significativo nella determinazione della manipolabilità individuale. I truffatori esperti si concentrano su segnali come il contatto visivo, gli atteggiamenti del corpo, l'espressione facciale e la postura per ottenere informazioni sulla sincerità, la fiducia e la vulnerabilità dell'individuo. Ad esempio, un'espressione facciale tesa o una postura chiusa possono indicare una maggiore suscettibilità alla manipolazione. Un altro metodo non verbale utilizzato per valutare la manipolabilità è l'analisi del tono di voce. Infatti, il modo in cui una persona comunica verbalmente può rivelare indizi sulla sua vulnerabilità a essere influenzata. Un tono di voce insicuro o incerto potrebbe suggerire una maggiore suscettibilità alla manipolazion. In pratica il truffatore descritto non ha utilizzato nessuna tecnica ipnotica piuttosto ha fatto leva sui limiti cognitivi della mente umana e su altri ben noti meccanismi celebrali. Ad esempio all'inizio si chiede un piccolo favore (ad esempio cambiare una banconata da 100 Euro), poi si prosegue cercando di confondere la persona ed affermando con estrema convinzione che il resto è stato dato in modo errato. Ma allora perchè la truffa funziona? Perché quando il contesto diventa ambiguo e la tensione emotiva cresce il ragionamento razionale va in crisi. In sostanza le cosiddette rapine con l'ipnosi sono un mito che viene sostenuto dai media ma che nulla a che vedere con il reale funzionamento della mente umana.

L'effetto alone e le truffe

L'effetto alone può essere sfruttato per influenzare la percezione di una persona o di una situazione, spingendo gli individui ad assumere giudizi errati o a prendere decisioni non razionali. Ad esempio, un truffatore potrebbe presentarsi come una persona estremamente attraente, affascinante e ben vestito creando così un effetto alone positivo intorno a sé. Questo potrebbe indurre le vittime a fidarsi di lui ciecamente e ad essere più inclini a lasciarsi manipolare o a cadere in una truffa finanziaria. L'effetto alone può anche essere utilizzato per perpetrare truffe specifiche, sfruttando la predisposizione delle persone a essere influenzate da un singolo aspetto positivo. Ad esempio, un truffatore potrebbe presentarsi come un esperto nel settore degli investimenti finanziari, vantandosi di successi passati e facendo leva sull'effetto alone creato da tali risultati. Questo potrebbe spingere le vittime a investire ingenti somme di denaro in schemi fraudolenti o a seguire consigli finanziari non veritieri. L'effetto alone può anche essere utilizzato per manipolare emotivamente le persone. Ad esempio, un manipolatore potrebbe presentarsi come una persona vulnerabile e bisognosa di aiuto, creando un effetto alone di pietà e compassione intorno a sé. Questo potrebbe indurre gli altri a sentirsi obbligati ad aiutarlo o a concedergli favori, creando così uno squilibrio di potere e manipolazione. L'effetto alone è un fenomeno psicologico ben lontano dall'ipnosi. Questo per sottolineare che la maggior parte delle truffe sono perpetrate attraverso altri meccanismi rispetto a quanto viene riportato nei media.

In sintesi:

  • Le rapine con l'ipnosi sono un mito privo di spessore scientifico dato che questo tipo di truffa può essere spiegata con altri meccanismi psicologici ben noti.
  • L'ipnosi non consente in nessun modo di far compiere degli atti contrari alla volontà del soggetto.
  • L'ipnosi viene utilizzata esclusivamente in ambito terapeutico.


Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

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