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Comunicazione non verbale: il linguaggio del corpo.

apr 05, 2021

Il cosiddetto linguaggio del corpo è un'aspetto importante dei processi di comunicazione interpersonale che è in grado di veicolare la dimensione psicologica, emozionale e relazionale tra gli interlocutori.

Comunicazione non verbale il linguaggio del corpo
Il cosiddetto linguaggio del corpo è un'aspetto importante dei processi di comunicazione interpersonale che è in grado di veicolare la dimensione psicologica, emozionale e relazionale tra gli interlocutori. Per quanto manchi un sistema teorico consolidato ed univoco, è innegabile, che i processi di comunicazione non verbale, assumano un ruolo centrale nelle dinamiche relazionali. Secondo lo psicoterapeuta Alexander Lowen una persona riesce a comunicare più chiaramente attraverso il proprio movimento, con la propria postura, con il comportamento prossemico che attraverso le parole. Un modello della comunicazione efficace non può essere di tipo lineare-causale quanto piuttosto circolare e basato sul concetto di feedback e di sistema.

Una nota ricerca condotta dallo psicologo Albert Mehrabian ha sottolineato, come in caso di incongruenza tra i diversi canali della comunicazione, il contenuto del messaggio ha una rilevanza limitata (circa il 7%), mentre gli aspetti paraverbali (volume, tono e ritmo) e quelli non verbali tendono a prendere il sopravvento. Questo dato viene spesso riportato in modo erroneo, generalizzando il risultato e ponendo in secondo piano gli aspetti relativi al contenuto della comunicazione, mentre nello spirito della ricerca si voleva sottolineare come fosse l’incongruenza a generare questi risultati. Ad esempio l'affermazione "sono felice di vederti" espressa con un tono di voce basso, monocorde e senza un contatto oculare risulterà poco convincente per l'interlocutore. Mehrabian intendeva sottolineare questa dimensione relazionale ma non svalutare l'importanza del contenuto della comunicazione. Le parole sono importanti e diventano ancora più efficaci se sostenute dalla componente non verbale. 

Da questo si evince come, per comunicare in modo efficace in qualsiasi contesto professionale o personale, sia importante armonizzare i diversi canali (verbale, paraverbale e non verbale). La comunicazione intepersonale è infatti un’attività complessa che fa riferimento a una molteplicità diversificata e contemporanea di differenti sistemi di significazione e di segnalazione.

Questa ricerca viene spesso riportata in modo errato, generalizzando i risultati e ponendo in secondo piano il livello del contenuto rispetto a quello della relazione. In origine si voleva invece evidenziare quanto fosse importante la congruenza tra il canale verbale e quello non verbale.


 Comportamenti non verbali che favoriscono un'interazione positiva con l'interlocutore

  • Stabilire un buon contatto oculare
  • Fornire dei cenni di approvazione con la testa (feedback non verbali)
  • Sorridere all'interlocutore
  • Mantenere una corretta distanza interpersonale
  • Utilizzare un tono di voce adeguato
  • Evitare di guardare in altre direzioni


 

  Comportamenti non verbali da evitare

  • Dare le spalle all'interlocutore o all'aula.
  • Distogliere lo sguardo
  • Usare un tono di voce troppo alto o troppo basso.
  • Parlare in modo troppo rapido o troppo lento.
  • Guardare altrove (ad esempio lo smartphone).
  • Non rispettare i turni di parola.


La comunicazione non verbale comprende diversi aspetti

Entro l’ambito della comunicazione non verbale (CNV), è compreso un insieme di fenomeni e di processi comunicativi, quali:

  • le qualità prosodiche e paralinguistiche della voce
  • la gestualità    
  • lo sguardo e la mimica facciale      
  • la prossemica
  • la postura
  • l’aspetto esteriore

Le informazioni che possiamo dedurre dalla comunicazione non verbale sono molto importanti, ma è necessario stare particolarmente attenti a non generalizzare per non perdere di vista, così, il nostro interlocutore. Ovvero è fondamentale evitare di ricercare, a tutti i costi, una corrispondenza univoca tra comportamento non verbale e significato, dato che questo modalità di approcciarsi al tema in questione rischia di produrre errate interpretazioni e, nel contempo, di ridurre l’efficacia dell’intero processo comunicazionale (l’attenzione e le risorse cognitive sono sbilanciate su questo aspetto riducendo le capacità empatiche e di ascolto dell’interlocutore). Per il senso comune tenere le braccia conserte assume il solo significato di "chiusura" ma questa interpretazione rigida non tiene conto del fatto che possono esistere molteplici spiegazioni di un comportamento non verbale (ad es. stanchezza, abitudine, eccessiva vicinanza dell'interlocutore ecc.). L'aspetto più interessante da osservare non sono tanto i gesti singoli quando i cambiamenti che il corpo assume durante l'intero processo di comunicazione. Un altro aspetto importante riguarda il sorriso che può influenzare positivamente o negativamente la relazione con l'interlocutore.


Secondo gli studi condotti da Argyle gli aspetti non verbali influenzano in maniera significativa i giudizi di atteggiamenti (inferiorità vs superiorità – amicizia vs ostilità) . Questo dato può fornirci anche una rinnovata modalità di lettura dei processi di comunicazione interpersonali e su come, ad esempio, la gestione di un conflitto non può essere risolta esclusivamente attraverso il dominio della “parola”. La comunicazione non verbale quindi aggiunge valore alla comunicazione verbale, facilitando i processi di interazione, l’espressione e la modulazione delle emozioni e più in generale è in grado di veicolare il proprio atteggiamento verso l’interlocutore. Nella comunicazione interpersonale vengono veicolati soprattutto gli aspetti emozionali anche se questi possono essere celati dal significato razionale relativo al contenuto del messaggio.


  • I muscoli facciali reagiscono in modo spontaneo all’emozioni, attivandosi senza un controllo razionale. Secondo la prospettiva emotiva elaborata da Ekman ed Izard le espressioni del viso sono governate da specifici programmi neuromotori che evidenziano la presenza di un isomorfismo tra emozione ed espressione del viso. Anche se è più probabile individuare chi mente a partire dal suo comportamento non verbale piuttosto che da quello verbale, è importante ricordare che la relazione non è biunivoca e vi è il rischio elevato di falsi positivi. Gli elementi che, sempre in termini probabilistici, possono indicare un’incongruenza tra il contenuto e il pensiero riguardano prevalentemente le microespressioni (pochi decimi di secondo che precedono la verbalizzazione o una determinata espressione), le variazioni del tono della voce, i movimenti delle mani ma soprattutto degli arti inferiori e cambiamenti relativi al contatto oculare. Secondo Hough (1996) “Il volto è l’area del corpo attraverso la quale, nel modo più evidente e chiaro, vengono espressi i sentimenti”


  • E’ importante raccogliere il maggior numero di segnali per aumentare la capacità interpretativa, tenendo conto che il margine di errore può essere sempre molto elevato. E’ necessaria molta prudenza: nessun criterio è assoluto, anche quello che ci sembra il più accettabile. Nessun segnale da solo ha un significato univoco. Il linguaggio verbale e quello non verbale sono interdipendenti e, quindi, nell’ interpretazione, dobbiamo tener conto necessariamente di entrambi. In generale, se volete incrementare la vostra sensibilità verso la comunicazione non verbale è importante osservare i seguenti elementi:


  • Il tono generale del busto e l’angolazione del corpo
  • Il volto e i suoi cambiamenti
  • La respirazione
  • L’ampiezza dei movimenti della braccia
  • I movimenti delle gambe
  • I movimenti delle mani
  • I gesti rivolti verso di sé
  • Lo sguardo
  • L’inclinazione del capo
  • La distanza interpersonale


Nei primi trenta secondi il vostro interlocutore si fa un’idea delle nostre caratteristiche personali. La successiva valutazione e l’andamento dell’incontro saranno inevitabilmente influenzati dalla capacità di gestire le fase iniziali di una comunicazione.

Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association

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