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MIgliorare la concentrazione sul lavoro e nello studio

apr 16, 2021

Le interruzioni generate dalle notifiche (Whatsapp, Facebook ecc) influiscono sulla capacità di concentrazione e possono trasformarsi rapidamente in una cattiva abitudine che può arrivare a far perdere enormi quantità di tempo e alimentare così la procrastinazione.

Migliorare la conentrazione sul lavoro e nello studio
Le continue interruzioni a cui siamo sottoposti, soprattutto a causa dell’uso massivo di smartphone, Whatsapp e social media, rischiano di influire negativamente sulla performance professionale. Secondo Larry Rosen (Professore di Psicologia presso la California State University, Dominguez Hills) per migliorare l’efficacia e l’efficienza è fondamentale ridurre al minimo queste interruzioni e preservare, in modo assertivo, il tempo dedicato al lavoro o allo studio. Le eccessive interruzioni influiscono sulla capacità di concentrazione e possono trasformarsi rapidamente in una cattiva abitudine che può arrivare a far perdere enormi quantità di tempo.

A questo comportamento si può associare la tendenza a procrastinare gli impegni (magari per noia o come strategia difensiva verso qualche preoccupazione lavorativa) generando un circolo vizioso dal quale è complesso uscire. La gestione efficace del tempo, la capacità di adottare un atteggiamento assertivo, le strategie di coping, la consapevolezza dei limiti e delle risorse personali e la capacità di perseverare malgrado gli ostacoli (e senza dare la colpa a fattori esterni) sono alcuni dei fattori che garantiscono la possibilità di raggiungere un obiettivo. Secondo le varie ricerche di Larry Rosen e altri esperti in questo ambito sono sono state individuate alcune strategie che consentono di aiutare le persone a superare gli ostacoli, modificare le convinzioni personali e i comportamenti disfunzionali.

Usa con criterio il tuo smartphone, tablet e notebook
Le nuove tecnologie offrono una gamma infinita di supporti per lavorare meglio e gestire in maniera più efficace il tempo. Questi vantaggi possono scomparire rapidamente se le persone adottano comportamenti disfunzionali e non gestiscono in modo consapevole i vari device. Uno studio condotto da Rosen ha evidenziato come i potenziali vantaggi offerti dalle nuove tecnologie possano scomparire velocemente se si trasformano in una fonte costante di distrazione. Il campione, che è stato sottoposto a tale esperimento, era composto da studenti delle scuole medie, delle superiori e universitari.

Era stato chiesto loro di studiare per 15 minuti un argomento. L’analisi ha dimostrato che il tempo medio di attenzione si attestava sui 6 minuti prima che lo studente controllasse lo smartphone attirato da qualche notifica. Questo comportamento si manifestava anche in altre occasioni come abitudine disfunzionale consolidata, ovvero lo studente tendeva a distrarsi costantemente per verificare eventuali novità provenienti dallo smartphone. Il fatto di spostare costantemente l’attenzione da un’attività all’altra riduce evidentemente la performance. A livello cognitivo interrompere e riprendere un compito nell’arco di pochi minuti è deleterio; infatti quando si riprende con lo studio (o il lavoro) è sempre necessario un minimo di tempo di adattamento anche solo per ricordare dove si era rimasti, per riprendere un ragionamento interrotto o per continuare con il processo di memorizzazione.

Prenditi una pausa dal tuo smartphone
Per ridurre questi comportamenti disfunzionali il consiglio è quello di introdurre delle regole nella gestione del tempo di studio o di lavoro . Si può iniziare, ad esempio, con il concedersi un piccolo break “consapevole” ogni 15 minuti di attività continuativa. Il modo migliore per rimanere concentrati è quello di silenziare completamente lo smartphone e di tenerlo distante dalla postazione di lavoro (o semplicemente capovolgerlo in modo da non essere distratti anche dagli avvisi visivi). All’inizio sarà necessario un piccolo sforzo ma nel giro di pochi giorni questa modalità di lavorare o studiare diverrà una nuova abitudine che sarà anche valorizzata dai migliori risultati ottenuti. Una volta raggiunto il traguardo dei 15 minuti sarà possibile provare ad aumentare questo limite temporale ricordandosi dei limiti oggettivi della nostra attenzione.

Trova il tuo tempo
Secondo uno studio condotto da Alejandro Lleras (Professore di psicologia all'Università dell'Illinois di Urbana-Champaign) è importante apprendere come gestire in modo consapevole le pause. Infatti come le continue interruzioni riducono la performance anche una concentrazione troppo prolungata può essere deleteria. La ricerca ha dimostrato che le persone che riuscivano a mantenere la concentrazione invariata per 40 minuti in un compito visivo presentavano una performance minore di coloro che avevano interrotto il compito concedendosi una breve pausa. Infatti dopo solo 30 minuti la concentrazione inizia già a diminuire ed è quindi strategico imparare a gestire delle piccole pause dopo qualche decina di minuti.

Quanto devono essere lunghe le pause?
Diverse ricerche evidenziano come i break possano essere anche molto brevi, in alcuni casi anche nell’ordine di pochi secondi. L’importante è imparare a modulare le interruzioni utilizzando in modo consapevole la tecnologia e conoscendo i meccanismi di funzionamento dell’attenzione e della nostra memoria.

Non sognare ad occhi aperti
La ricerca ha dimostrato che scrivere i propri obiettivi consente di incrementare il livello di performance e la probabilità di raggiungere le proprie mete (nello sport, nello studio come nel lavoro). Una delle modalità più diffuse è quella di limitarsi a immaginare una situazione desiderata senza entrare nello specifico e senza approfondire tutta una serie di problemi che si potrebbero incontrare. Cheryl Travers (PhD, Professore presso l’Università di Loughborough a Leicestershire nel Regno Unito) ha chiesto ad alcuni studenti di individuare le aree in cui volevano migliorare, ad esempio la concentrazione nello studio o i risultati.

Gli studenti venivano invitati a visualizzare mentalmente l’obiettivo desiderato ma anche di scriverlo specificando le azioni necessarie che avrebbero dovuto compiere per raggiungere il risultato desiderato. Veniva chiesto loro di tenere un diario per tre mesi al fine di monitorare i progressi che realizzavano quotidianamente. Le persone erano invitate a descrivere quanto era successo durante la giornata, quali azioni erano risultate positive e quali no, quale problema specifico avevano dovuto affrontare. Il Prof. Travers ha così notato che la scrittura non solo incrementava il livello di consapevolezza, ma aveva avuto un generale impatto positivo sulla performance degli studenti (British Journal of Educational Psychology, Vol. 85, No. 2, 2015).

Secondo Travers l’abitudine a tenere un diario sembra migliorare il livello di consapevolezza rispetto all’obiettivo e consente di individuare più facilmente una strategia efficace per superare le inevitabili difficoltà. Mettendo per iscritto i successi, le difficoltà incontrate, i fallimenti e pensando soprattutto a come affrontare i problemi gli studenti hanno acquisito una maggiore fiducia nelle proprie capacità ed hanno sviluppato un miglior senso di auto-efficacia. Un miglioramento generale è stato evidenziato anche in quegli studenti che si erano posti degli obiettivi non legati al mondo universitario e dello studio (ad esempio “migliorare la mia assertività”, “ridurre lo stress”). Attualmente il Prof.Travers sta replicando la ricerca con i manager per verificare se questo metodo può migliorare anche l’efficacia di un leader.

Questa strategia funziona anche con i team?
La Prof.ssa Michaela Schippers, (della Scuola di Management di Rotterdam), ha studiato in particolare l’equipe che lavorano nei contesti sanitari. In base alla sua ricerca ha notato come i gruppi che si sono incontrati regolarmente per valutare i processi di lavoro sono stati molto più propensi a trovare soluzioni innovative per i problemi rispetto ai gruppi che non avevano questa abitudine. Il suo lavoro ha dimostrato come la capacità di analisi e di riflessione in team possa comportare dei benefici per i suoi membri (Journal of Management, Vol.41, No. 3, 2015; Journal of Behaviour Organizational, Vol. 34, No. 1, 2013).

L’obiettivo dell’incontrarsi e del confrontarsi non deve essere quello di colpevolizzare qualcuno ma quello di evidenziare in modo assertivo le aree di miglioramento, non solo per quanto concerne la performance o i processi organizzativi, ma anche il clima del team. Nella ricerca condotta dalla Prof.ssa Michaela Schippers l’equipe hanno discusso di vari argomenti, come ad esempio, ridurre i tempi di attesa e migliorare i sistemi di registrazione dei dati dei pazienti. Infatti incontrarsi personalmente e regolarmente consente di creare uno spazio relazionale in cui proporre, in modo costruttivo, delle idee da condividere in gruppo. Questo approccio consente di migliorare la qualità del servizio erogato e di incidere positivamente sul clima interno soprattutto in un ambito complesso come quello sanitario.

Spazi di lavoro più confortevoli
Il Prof. Mark Benden, del Dipartimento di Salute Ambientale della Texas A & M School of Public Health, ha analizzato due gruppi di dipendenti di un call center per un periodo di sei mesi. Un gruppo era regolarmente seduto in postazioni di lavoro tradizionali mentre un altro gruppo poteva cambiare posizione utilizzando una “stand-table workstation” (una postazione di lavoro più flessibile che consente di lavorare in varie posizioni anche in piedi). I risultati sono interessanti: le persone che godevano di una maggiore libertà risultavano più produttivi di circa il 40% rispetto agli altri. L’indice di produttività era stato misurato in base alle telefonate positive realizzate in un’ora ( IIE Transaction on Occupational Ergonomics and Human Factors , Vol. 4, No. 2-3, 2016).

Coaching
Infine un percorso personalizzato in base alle tue caratteristiche è la risposta ideale per superare la procrastinazione e imparare a diventare più efficienti e produttivi nel tuo lavoro e nello studio.

Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association

Riferimenti:

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