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Mangiarsi le unghie: come si cura l'onicofagia?

apr 23, 2021

Mangiarsi le unghie può essere un'abitudine imbarazzante e può causare danni alle unghie, alle dita e alla bocca. Si può superare grazie ad un percorso di psicoterapia breve e con l'ausilio dell'ipnosi.

Come smettere di mangiarsi le unghie

Che cos'è l'onicofagia?

Mangiarsi le unghie è un comportamento che emerge in età infantile generalmente intorno ai tre o quattro anni in seguito a particolari difficoltà psicologiche che non vengono ben decodificate e supportate dall’ambiente familiare e relazionale di riferimento (ad esempio problemi presenti nel contesto scolastico, la nascita di un fratellino o di una sorellina). Se la difficoltà non viene affrontata sul piano psicologico è molto probabile che questo comportamento si protragga fino all’età adulta e possa rappresentare una sorta di “stigma sociale” (la persona che soffre di onicofagia può essere percepita come insicura, fragile e debole dall’ambiente circostante). Questa abitudine si riscontra anche tra i soggetti adulti e può generare delle lesioni importanti alle dita, alla cute e, ovviamente, alle unghie. L’onicofagia, è correlata con uno stato emotivo di tensione e di stress che può avere un’origine profonda e rappresenta un tentativo di far fronte ad una situazione di tensione.  E’ un comportamento che può produrre anche delle lesioni ai denti e rendere più esposto l’organismo verso germi, virus e batteri, in quanto il portare le mani alla bocca, come è facilmente comprensibile, non è un atto particolarmente igienico. Ma la conoscenza di queste informazioni è spesso inutile dato che la risoluzione di una problematica psicologica non può avvenire percorrendo esclusivamente la strada della razionalità e della ragione.

L'onicofagia non si può controllare razionalmente

Le strategie più diffuse, che le persone adottano per cercare di risolvere questa difficoltà, sono orientate nel cercare di esercitare un controllo razionale su un comportamento che è "automatico" e che in diversi casi assolve la funzione di ridurre lo stato di tensione dell’individuo (rabbia, noia, angoscia, ansia sono alcuni dei vissuti che potrebbero sottostare a questo comportamento). Si tratta quindi di tentativi spesso votati al fallimento e che non fanno che innalzare il senso di inadeguatezza della persona producendo un complesso circolo vizioso. Cercare di controllare questo aspetto può produrre un effetto paradossale (ad esempio incrementare il livello di stress e disagio), proprio perché le modalità di risoluzione non sono esclusivo dominio dell’ambito razionale e cognitivo. Gli individui, che soffrono di particolari problematiche emozionali e psicologiche cercano di risolvere i propri problemi adottando sempre le medesime strategie disfunzionali. L’aspetto razionale è legato al controllo quindi fornisce una lettura parziale della problematica dell’onicofagia. E’ importante sviluppare una maggiore consapevolezza degli aspetti emozionali, che si cercano di gestire attraverso questa modalità comportamentale disfunzionale, sotto la guida di un esperto psicoterapeuta. Apprendere come gestire in modo efficace l'ansia (attraverso la psicoterapia e l'ipnosi) consente di superare gli schemi disfunzionali e modificare il comportamento in modo da superare questa problematica definitivamente.

Le punizioni non aiutano a smettere di mangarsi le unghie

Per superare questo problema è del tutto inutile ricorrere a delle punizioni o a delle minacce in quanto questo comportamento è legato a delle problematiche emozionali profonde. Per qualcuno l’abitudine di “mangiarsi le unghie” può essere una preoccupazione di carattere estetico ma in altri casi può divenire una problematica grave e complessa. L’onicofagia è un comportamento apparentemente incontrollabile e viene classificato nel DSM-5 come “altro disturbo ossessivo-compulsivo”. Oggi questo problema può essere affrontato e risolto con efficacia grazie alla psicoterapia. L’onicofagia non è un comportamento “volontario” e difficilmente può essere risolto in modo autonomo.

Quali sono i sintomi dell'onicofagia?
  • L’onicofagia provoca dei danni visibili alle unghie e può presentarsi insieme ad altre compulsioni come strapparsi i capelli (tricotillomania) o direttamente delle porzioni di pelle. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a sperimentare:
    una sensazione di sollievo o di piacere dopo aver “morso” le dita;
  • dei sentimenti di ansia, angoscia e tensione prima di mordere;
  • imbarazzo, vergogna e senso di colpa spesso legati alla comparsa di danni fisici visibili sulle mani.

L’onicofagia può procurare danni importanti alla cute, lesioni alla bocca, problemi dentali e infezioni. Inoltre, è un comportamento particolarmente pericoloso per via della pandemia da COVID-19.

Quali possono essere le cause dell’onicofagia?

L’onicofagia rappresenta una strategia disfunzionale di gestione dell’ansia e dello stress. I pazienti riferiscono che questo comportamento consente loro di ridurre la tensione e lo stress. Mentre in altri casi l’atto di “mangiare le unghie” emerge in condizioni di noia o di solitudine.  In alcuni casi può comparire in associazione con altri disturbi psicologici anche più severi.
Come smettere di mangiarsi le unghie?

I rimedi che venivano utilizzati nel passato, come ad esempio applicare dei prodotti di sapore amaro sulle unghie per ridurre questa abitudine, sono in genere inefficaci. La soluzione è la psicoterapia associata all'ipnosi che consente di ridurre e di eliminare questo tipo di comportamento in modo del tutto naturale. Per smettere puoi provare a seguire le seguenti strategie:

  • Individua i trigger (ovvero le situazioni e gli stimoli) che ti portano a mangiarti le unghie.
  • Presta attenzione al tuo stato emotivo, mangiarsi le unghie è un comportamento che può comparire sotto stress, quando ti stai annoiando o sei preoccupato per qualcosa.
  • Cerca di incrementare il livello di consapevolezza e di introdurre una modalità diversa per rilassarti.

In sintesi

  • L’onicofagia, ovvero l’abitudine di mangiarsi le unghie, è correlata con uno stato emotivo di tensione e di stress che può avere un’origine profonda e rappresenta un tentativo di far fronte ad una situazione di tensione. In genere compare nell’infanzia in seguito a particolari difficoltà emozionali che non vengono ben decodificate e supportate dall’ambiente familiare e relazionale di riferimento (ad esempio difficoltà presenti nel contesto scolastico, la nascita di un fratellino o di una sorellina).
  • Se la difficoltà non viene affrontata sul piano psicologico è molto probabile che questo comportamento si protragga fino all’età adulta e possa rappresentare una sorta di “stigma sociale” (la persona che soffre di onicofagia può essere percepita come insicura, fragile e debole dall’ambiente circostante).
  • E’ un comportamento che può produrre anche delle lesioni ai denti e rendere più esposto l’organismo verso germi e batteri , in quanto il portare le mani alla bocca, come è facilmente comprensibile, non è un atto particolarmente igienico. Ma la conoscenza di queste informazioni è spesso inutile dato che la risoluzione di una problematica psicologica non può avvenire percorrendo esclusivamente la strada della razionalità e della ragione.
  • Le strategie più diffuse, che le persone adottano per cercare di risolvere questa difficoltà, sono orientate nel cercare di esercitare un controllo razionale su un comportamento che è "automatico" e che in diversi casi assolve la funzione di ridurre lo stato di tensione dell’individuo (rabbia, noia, angoscia, ansia sono alcuni dei vissuti che potrebbero sottostare a questo comportamento). Si tratta quindi di tentativi spesso votati al fallimento e che non fanno che innalzare il senso di inadeguatezza della persona producendo un complesso circolo vizioso .
  • Cercare di controllare questo aspetto può produrre un effetto paradossale (ad esempio incrementare il livello di stress e disagio), proprio perché le modalità di risoluzione non sono esclusivo dominio dell’ambito razionale e cognitivo.
  • Gli individui, che soffrono di particolari problematiche emozionali e psicologiche cercano di risolvere i propri problemi adottando sempre le medesime strategie disfunzionali .
  • L’aspetto razionale è legato al controllo quindi fornisce una lettura parziale della problematica dell’onicofagia. E’ importante sviluppare una maggiore consapevolezza degli aspetti emozionali, che si cercano di gestire attraverso questa modalità comportamentale disfunzionale, sotto la guida di un esperto psicoterapeuta.
  • Apprendere come gestire in modo efficace l'ansia (attraverso la psicoterapia e l'ipnosi) consente di superare gli schemi disfunzionali e modificare il comportamento in modo da superare questa problematica definitivamente.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

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