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Litigare! Come affrontare un conflitto?

dic 03, 2021

E' normale litigare e l'assenza del conflitto, ad esempio in una coppia, non è un indice positivo esattamente come il suo opposto (ovvero litigare in continuazione).

Litigare come affrontare un conflitto

Litigare per delle stupidaggini

Come mai alle volte litighiamo per delle stupidaggini? Ad esempio in casa per il classico dentifricio lasciato aperto e senza tappo? Per prima cosa è normale litigare e l'assenza del conflitto, ad esempio in una coppia, non è un indice positivo esattamente come il suo opposto (ovvero litigare in continuazione). Proviamo ad approfondire la questione attraverso alcuni principi di psicologia della comunicazione. Per prima cosa dobbiamo conoscere la differenza che esiste tra contrasto e conflitto, una differenza che non è sul piano quantitativo ma su quello qualitativo:

  • il contrasto riguarda i contenuti della comunicazione ( cosa diciamo )
  • il conflitto si sviluppa sul piano della relazione (ad esempio "come diciamo" qualcosa in relazione al livello di fiducia tra i "parlanti", dimensione che viene spesso veicolata dalla comunicazione paraverbale e dalla comunicazione non verbale).
E' importante conoscere la differenza tra contenuto e relazione

Non tenere conto di questo aspetto può rendere problematica la possibilità di risolvere o gestire, in modo efficace, una situazione conflittuale. Proviamo a fare un semplice esempio l'affermazione "Che ore sono?" a livello di contenuto sembra esplicita. Sto chiedendo una semplice informazione a qualcuno. Ma se la stessa frase viene rivolta a un amico che è sempre in ritardo è evidente che la comunicazione influenzerà la componente emozionale e relazionale. L'affermazione "Che ore sono?" se accompagnata anche da un tono di voce ironico assumerà un significato ben diverso. La stessa cosa potrebbe capitare in coppia se un partner afferma ad alta voce "Qualcuno non ha chiuso bene il dentifricio". E' evidente che il contenuto della frase passa immediatamente in secondo piano stimolando la dimensione relazionale ed emozionale.

Che cos'è una discussione?

Si ha una discussione quando due o più parlanti si contrappongono, partendo da diverse visioni della realtà, rispetto ad una problematica che può apparire anche superficiale ad un osservatore esterno. Su questa differenziazione si installa spesso un coinvolgimento emotivo che induce a esibire queste differenze piuttosto che a ridurle. Anche se, come sottolinea la Prof.ssa Marina Mizzau (1) “poiché la discussione è spesso l’anima di una conversazione, è probabile che un elemento, anche piccolo di disaccordo venga cercato e coltivato, come appare spesso se non altro nelle contrapposizioni politiche, e comunque nelle discussioni pubbliche”.

Il conflitto può essere positivo?

Il conflitto non è sempre negativo, anzi se ben gestito alle volte rafforza la qualità dell’interazione e della relazione interpersonale. E’ importante saper distinguere tra i diversi livelli della comunicazione. Come abbiamo già ricordato il contenuto della comunicazione riguarda le parole, le informazioni che scambiamo con l’interlocutore, mentre il piano della relazione coinvolge gli aspetti emotivi, legati all’interazione con l’altro e vengono spesso mediati attraverso il comportamento non verbale. Partendo da questo presupposto è possibile costruire una matrice "Contenuto-Relazione" che prevede quattro possibili scenari che possono produrre esiti differenti in termini di efficacia.

Vediamo in sintesi le quattro opzioni previste dalla matrice "Contenuto-Relazione":

  1. Sia il contenuto che la relazione sono OK: le persone si confrontano in modo sereno, diretto e senza incomprensioni. Viene utilizzata l'ironia in modo genuino.
  2. Il contenuto è OK ma la relazione no: le persone sembrano discutere in modo "razionale". Possono raggiungere un accordo ma la dimensione emozionale apparte sullo sfondo così come il livello di fiducia.
  3. Il contenuto non è condiviso ma la relazione è OK: in questo caso le persone possono discutere e confrontarsi anche animatamente ma senza che questo comporti degli effetti a livello relazionale.
  4. Né il contenuto né la relazione sono OK: in questo caso emerge il conflitto sia in modo diretto (attraverso uno scontro verbale serrato) sia attraverso il silenzio.

E' importante ricordare che questa matrice rappresenta una semplificazione dei processi di comunicazione e che nella realtà di tutti i giorni le cose possono presentarsi in modo più confuso e meno nitido.

Per spiegare meglio le conseguenze, di questi due livelli (contenuto e relazione), propongo un semplice ma esaustivo esempio: immaginiamo una coppia che voglia andare in vacanza e deve decidere tra le due “classiche” opzioni mare o montagna. Immaginiamo anche che non ci sia accordo sul contenuto (mare o montagna) e che, a causa di un precedente litigio, il loro attuale livello di relazione sia un po’ instabile (ad es. rammarico, sfiducia, sensazione di non aver chiarito a sufficienza una precedente questione). Per complicare le cose la nostra coppia è costretta a trovare un accordo in fretta per non perdere un grosso sconto offerto dall’agenzia di viaggio (2).

In che modo i due potranno trovare un accordo?

La situazione prevede le quattro possibilità proposte nella matrice contenuto-relazione, la condizione in cui si trova attualmente la coppia è quella relativa al quadrante rosso. Dato che il livello di conflitto è potenzialmente elevato non sarà possibile per la coppia spostarsi subito nel quadrante blu, ma dovranno trovare prima un accordo sui contenuti o modificare l’assetto degli aspetti relazionali.

In sintesi esistono due strategie principali:

  1. Trovare un accordo prima sul contenuto e poi analizzare gli aspetti relazionali (ad es. “concentriamoci sui fatti, analizziamo le due proposte e vediamo di trovare una soluzione”).
  2. Curare gli aspetti di relazione, tralasciando quelli di contenuto, dimenticandosi quindi per il momento di discutere delle due opzioni mare o montagna (ad es. “so che è successa una cosa sgradevole l’altra sera tra di noi”)

Ovviamente non esiste una strategia “giusta” in termini assoluti, ma dal punto di vista dei processi di comunicazione interpersonale è fondamentale risolvere gli aspetti relazionali ed emotivi prima di giungere ad una conclusione a livello di contenuto. Per raggiungere un accordo è fondamentale sospendere la “ricerca del colpevole”, un conto è valutare chi ha “la colpa” un’altra cosa è comprendere il conflitto e i bisogni dell’altro. E’ importante quindi riuscire a cogliere le diverse prospettive di tutte le parti coinvolte nella comunicazione evitando di concentrarsi esclusivamente sugli aspetti verbali e di contenuto.

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