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L’effetto Mandela quando la memoria gioca brutti scherzi

nov 29, 2022

L’effetto Mandela è un curioso fenomeno legato ai limiti della memoria umana per cui numerose persone ricordano in modo sbagliato un dato fenomeno collettivo. Nasce dalla falsa convinzione che Nelson Mandela fosse morto in prigione negli anni ’80.

Effetto Mandela: i falsi ricordi.

Vi ricordate dei funerali di Nelson Mandela negli anni '80? Della frase di John Lennon su Ringo ovvero che "è il miglior batterista del mondo"? Vi ricordate della serie "Sex in the city"?

L’effetto Mandela: che cos’è e come nasce?

L’effetto Mandela descrive quel curioso fenomeno che si verifica quando un gruppo di persone ricorda, in modo del tutto distorto ed errato, un fenomeno che ha avuto una grande risonanza pubblica. Attenzione, non si tratta di persone che mentono deliberatamente, ma di un classico problema dei processi cognitivi e del funzionamento della memoria umana. La scrittrice Fiona Broome ha coniato questa definizione per descrivere nel dettaglio un suo falso ricordo che riguardava proprio l’ex presidente del Sud Africa, Nelson Mandela, creando appositamente un sito web e scoprendo così che molte persone condividevano con lei questa convinzione.

Secondo l’autrice (vicina al mondo del paranormale e dell’esoterismo) l’attivista sudafricano sarebbe morto negli anni ’80 in prigione. In realtà Nelson Mandela, dopo aver scontato una pena di 27 anni in prigione, è diventato presidente del Sud Africa ed è morto solo nel 2013.

Il falso ricordo sulla morte prematura di Mandela era diventato così strutturato e condiviso da molte persone da alimentare diverse teorie della cospirazione. In realtà la spiegazione è molto più semplice: la memoria umana non è assimilabile a quella di un computer e con il tempo i ricordi tendono a confondersi, mutare e distorcersi.

Anche la diffusione delle fake news possono alimentare false credenze e trasformare delle assurde bugie in verità assolute e indiscutibili. L’essere umano è altamente suggestionabile e questo spiega il cosiddetto “effetto Mandela”. Potete verificare voi stessi la presenza di questo fenomeno quando con i vostri amici provate a ricordare un evento o un’esperienza che avete vissuto insieme. Noterete immediatamente che le narrazioni soggettive presenteranno delle divergenze alle volte anche molto profonde.

L’effetto Mandela e la sindrome dei falsi ricordi

I falsi ricordi sono un fenomeno noto da tempo in psicologia e che può rendere del tutto inattendibile una testimonianza oculare. Se un colloquio viene gestito in modo induttivo attraverso domande mal poste il soggetto può ricordare in modo distorto degli avvenimenti, aggiungere dei particolari suggeriti dall’esaminatore e alterare definitivamente il proprio vissuto. In alcuni casi i falsi ricordi mantengono alcuni elementi originali, mentre in altri casi vengono del tutto stravolti. Anche l’ipnosi regressiva produce questo effetto che in alcuni casi può risultare pericoloso per l’equilibrio psicologico dell’individuo. Molte persone che sono state sottoposte a questa pratica hanno sviluppato delle convinzioni del tutto errate come il fatto di essere state vittime di abusi sessuali mai avvenuti, di aver subito dei rapimenti ad opera degli alieni o di aver incontrato delle entità soprannaturali. Una volta consolidate queste convinzioni è praticamente impossibile tornare indietro. Le persone possono convincersi, anche in buona fede, di aver commesso dei reati o di aver avuto un’esperienza inspiegabile.

I falsi ricordi e il DRM

I ricercatori Deese, Roediger e McDermott hanno creato il paradigma DRM (il cui acronimo nasce proprio dall’unione dei loro cognomi) per studiare come la memoria umana possa essere facilmente ingannata. Gli autori hanno scoperto come sia facile indurre dei falsi ricordi attraverso un semplice esercizio. Ai soggetti viene letto un elenco composto da alcune parole che sono tra di loro correlate come ad esempio:

  • zebra
  • scimmia
  • balena
  • serpente
  • elefante

Dopo aver letto questo elenco viene chiesto ai partecipanti se ricordano la presenza o meno di una parola, correlata con il tema dell’elenco, ma in realtà non presente (ad esempio pesce, cane o cavallo). La maggioranza delle persone risponde in modo affermativo basandosi su un falso ricordo.

  • Star Wars L'impero colpisce ancora

    Star Wars L'impero colpisce ancora. Darth Vader non ha mai pronunciato la frase "Luke io sono tuo padre!"

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    Il personaggio del Monopoli viene ricordato come un omino che indossa un monocolo e un bastone.

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    Molte persone ricordano che la serie si chiamasse "Sex in the City" e non "Sex and the City".

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Quando la memoria vacilla

Proprio perché la nostra memoria non è come quella di un hard disk quando non ricordiamo alcuni particolari tendiamo automaticamente a compensare i buchi di memoria con altri elementi. Ad esempio una persone potrebbe non ricordare esattamente quello che è accaduto a Nelson Mandela, ma avere la sensazione che sia morto da diverso tempo. In questo modo è semplice cadere nella trappola di un falso ricordo in modo del tutto onesto e trasparente. Questo tentativo di compensare l’assenza di un ricordo assume contorni drammatici ad esempio con l’Alzheimer. Infatti una persona con una demenza cercherà di ricostruire un ricordo aggiungendo dei particolari inesistenti ma lo farà in totale buona fede.

L’effetto priming

L’effetto priming è un fenomeno ben noto agli psicologi e che permette di influenzare (e in alcuni casi di manipolare) i processi cognitivi e decisionali. Ad esempio se una persona legge la parola albero riconoscerà più facilmente un termine ad esso correlato come erba, prato o natura. Il priming è una classica tecnica suggestiva che può innescare una risposta specifica. Ad esempio: “Hai visto l’auto bianca che è passata a tutta velocità?” Una frase molto più suggestiva che chiedere “Che cosa hai visto?”. L’effetto priming può essere usato nella comunicazione, nel marketing e in alcuni casi può indurre in errore un testimone durante un interrogatorio. Per questa ragione esistono delle regole precise e delle linee guida per condurre correttamente questa tipologia di colloqui.

Xfiles Effetto Mandela

La nota serie X-Files ha dedicato una puntata intitolata "The Lost Art of Forehead Sweat" (episodio 11 della quarta serie) proprio all'effetto Mandela.

Gli universi paralleli e l’effetto Mandela

Alcune teorie più suggestive tirano in ballo addirittura l’esistenza degli universi paralleli per spiegare l’effetto Mandela. Questi ricordi alterati sarebbero quindi la dimostrazione del fatto che diverse realtà interagiscono tra di loro. Ora è evidente che questa spiegazione presenti dei limiti anche se cercano di attingere ad alcune teorie fisiche di ben altro spessore scientifico. Anche in questo caso la spiegazione più semplice (rasoio di Occam docet) è quella dei limiti dei processi cognitivi dell’essere umano. Una puntata della nota serie X-Files è stata dedicata proprio all’effetto Mandela riprendendo, in chiave paradossale ed ironica, tutta la narrazione presente in rete relativa a questo fenomeno.

Alcuni esempi dell’effetto Mandela:

  • Luke io sono tuo padre. Tutti riportano questa citazione tratta dal film “Star Wars L’impero colpisce ancora" mentre in realtà la battuta è “No, io sono tuo padre” senza far nessuna menzione diretta a Luke (se non sottintesa).
  • Il personaggio del gioco del Monopoli viene spesso ricordato come un omino che indossa un monocolo e un bastone mentre in realtà non è così.
  • Suonalo di nuovo Sam”. Le persone ricordano che nel film “Casablanca” Humphrey Bogart reciti proprio questa frase;  mentre nella realtà la frase è “Suonalo, Sam
  • La regina in bianca neve non ha mai detto "Specchio, specchio delle mie brame". La frase presente nel cartone della Disney è “Specchio, servo delle mie brame”.

In sintesi

L'effetto Mandela è uno strano fenomeno che è stato osservato negli ultimi anni. È legato ai limiti della memoria umana, dove molte persone ricordano eventi, fatti e dettagli in modo errato. L'espressione "effetto Mandela" è stato coniato dalla ricercatrice del paranormale Fiona Broome nel 2010, dopo aver notato che molte persone ricordavano la morte di Nelson Mandela in prigione negli anni '80. In realtà, è uscito di prigione nel 1990 e in seguito è diventato il presidente del Sudafrica. Per evitare di incorrere nell'effetto Mandela:

  • dubitate della vostra memoria essa può trarvi in inganno molto più facilmente di quanto possiate credere;
  • consultate sempre delle fonti affidabili soprattutto in rete;
  • evitate di credere al passaparola;

Ed infine siate magnanimi con i vostri amici e familiari infatti è del tutto possibile che ognuno ricordi in modo distorto un avvenimento credendo di essere nel giusto.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

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