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Come comunicare con gli adolescenti durante la pandemia.

apr 05, 2021

Gli psicologi in quanto esperti di comunicazione e relazione hanno fornito alcune utili indicazioni per affrontare questa situazione complessa.

La pandemia e i vari lockdown hanno prodotto un impatto psicologico senza precedenti nella vita di tutti noi. Il tempo da trascorrere insieme è aumentato in modo esponenziale ponendo così nuove sfide nel rapporto tra genitori e adolescenti. Gli psicologi in quanto esperti di comunicazione e relazione hanno fornito alcune utili indicazioni per affrontare questa situazione complessa. Diventare autonomi è uno degli obiettivi di sviluppo di un adolescente che vive la contraddizione tra diventare “adulto” e il desiderio di rimanere “figlio”. Questa dimensione, l’autonomia, è uno dei primi elementi messi in discussione e in crisi dalla pandemia attraverso, ad esempio, una convivenza “forzata” in casa. Secondo la Prof.ssa Judith Smetana dell’Università di Rochester è fondamentale trovare un equilibrio tra il bisogno di autonomia degli adolescenti con le preoccupazioni e i divieti dettati dal COVID-19.

È innegabile come il contesto pandemico richieda una maggiore adesione a delle regole proprio da parte degli adolescenti per limitare la diffusione del virus Sars-CoV2. Secondo la Prof.ssa Smetana una discussione serena, proattiva e un confronto costante con i figli adolescenti può produrre un impatto importante per stabilire dei limiti appropriati. Secondo la ricerca psicologica gli adulti che riescono ad adottare uno stile genitoriale autorevole in grado di coinvolgere gli adolescenti nelle decisioni e di condivide con loro delle regole (invece che imporle) riescono a ottenere un risultato migliore sia a livello comportamentale che relazionale fornendo nel contempo un modello di “adulto” assertivo con il quale confrontarsi (magari anche in modo diretto).Il conflitto solitamente emerge proprio sul mettere in discussione i limiti dell’autorità genitoriale (Journal of Research on Adolescence, Vol.26, No.2, 2016).

Come affrontare e gestire il conflitto?

Per prima cosa il conflitto è inevitabile e all’interno di certi limiti assolutamente normale e fondamentale per garantire lo sviluppo dell’autonomia. Mary Fristad, PhD (Direttore del Nationwide Children’s Hospital’s Big Lots Behavioral Health Services in Columbus, Ohio, Stati Uniti) suggerisce alcune strategie per affrontare questa particolare situazione come ad esempio incoraggiare gli adolescenti a trovare il proprio spazio e la propria privacy, individuare strumenti alternativi per comunicare con i genitori come  ad esempio la possibilità di scambiarsi dei messaggi su un diario condiviso o usare le nuove tecnologie proprio per mantenere anche dei “confini”.

Le attuali restrizioni e gli obblighi derivati dalla pandemia portano i genitori a trascorrere molto più tempo con i propri figli, uno spazio che potrebbe essere utilizzato anche per impegnarsi in attività comuni ad esempio sistemare la casa, fare piccole ristrutturazioni, portare fuori il cane ecc. cercando nel contempo di aiutare gli adolescenti a mantenere la loro privacy. Come sostiene la psicologa Laura Padilla-Walker (Brigham Young University di Provo, Utah, USA) “E’ molto più probabile che i miei figli parlino con me mentre facciamo un’attività insieme piuttosto che quando stiamo semplicemente vicini in casa”.

Come gestire la comunicazione dei media sulla pandemia
Inevitabilmente il tempo trascorso davanti a uno smartphone, un tablet o un computer è salito in modo esponenziale proprio durante la pandemia. Come evidenzia la collega Patti Valkenburg, che insegna presso l’Università di University Amsterdam, le nuove tecnologie sono state fondamentali sia per l’intrattenimento che per la didattica a distanza e per la socializzazione. È fondamentale la qualità del tempo trascorso davanti a uno schermo più che la quantità. Questo aspetto è fondamentale per evitare pericolose generalizzazioni. Ad esempio gli adolescenti utilizzano le nuove tecnologie per rilassarsi o per fare qualche attività particolare oppure per procrastinare? Interagire con i figli proprio su questi temi può rappresentare una preziosa occasione per entrare nel loro “mondo”. I videogiochi online multiplayer consentono di mantenere una dimensione relazionale con i pari e sviluppare anche altre dimensioni psicologiche.

Piuttosto che limitarsi a imporre delle restrizioni è più importante stimolare gli adolescenti verso un utilizzo consapevole delle tecnologie. Proprio adesso che le opportunità sociali sono limitate dal COVID-19 un approccio condiviso sull’uso delle nuove tecnologie può rappresentare un modo per aiutare gli adolescenti a stabilire dei confini e a negoziare con l’adulto la sua autonomia. Secondo uno studio condotto da Padilla-Walker (Journal of Social and Personal Relationships, Vol.37, No.1, 2020) gli adolescenti sono risultati più comunicativi e meno aggressivi proprio quando i genitori monitoravano in modo attivo l’uso delle nuove tecnologie e discutevano apertamente con loro di videogames, social e altri temi invece che limitarsi a imporre delle sterili restrizioni. Inoltre, questo atteggiamento da parte dei genitori sicuramente può migliorare l’autonomia e la dimensione relazionale negli adolescenti (Journal of Adolescence, Vol.46, 2016; Journal of Youth and Adolescence, Vol.47, 2018).

La dimensione psicologica
L’impatto della pandemia non si limita alla dimensione puramente sanitaria ma coinvolge l’aspetto psicologico di tutti noi. Il livello di stress, di ansia e di altre problematiche emozionali sta aumentando costantemente. In particolare, gli adolescenti riportano un incremento significativo del loro livello di stress che risulta superiore del 43% rispetto al 2019 (Fonte: APA “Stress in America”,2020). Infatti è aumentata l’incertezza rispetto al futuro, la riduzione dell’interazione sociale e ovviamente la chiusura forzata delle scuole. Tutti gli adolescenti stanno soffrendo sul piano psicologico e per questa ragione è fondamentale fornire loro tutto il supporto psicologico di cui hanno bisogno. È più importante in questa fase un approccio empatico da parte dei genitori piuttosto che dei semplici consigli. E’ necessario condividere con loro le preoccupazioni e sottolineare l’importanza di affrontare insieme questo difficile scenario.

È fondamentale prestare attenzione ai segnali di disagio che potrebbero rappresentare il prodromo di condizioni ben più serie sul piano psicologico. Un adolescente piuttosto che esprimere direttamente i suoi problemi con i genitori potrebbe parlare di un compagno di classe in difficoltà o pubblicare qualcosa sul suo stato emotivo sui social. Spesso gli adolescenti esprimono il loro disagio psicologico lamentandosi o con reazioni di rabbia e di frustrazione;  dicendo ad esempio che “Non vogliono fare i compiti o studiare” o che si “Sentono giù di corda”.  Un adulto potrebbe essere istintivamente portato a eludere quel lamento passando oltre senza prendere in considerazione quello che potrebbe cercare di esprimere il figlio a livello psicologico. Infatti, un lamento è piuttosto un tentativo di comunicare il disagio e un’apertura verso i genitori.

Non abbiamo ancora dati completi ma ci sono alcuni indicatori che stanno evidenziando un potenziale incremento degli atti anti-conservativi negli adolescenti durante questa pandemia. Si tratta quindi di un aspetto da prendere comunque in seria considerazione il rischio di un suicidio. La ricerca in ambito psicologico ha dimostrato come chiedere informazioni su potenziali “pensieri suicidari” non incrementa il rischio che la persona metta in atto tale comportamento. Quindi può essere importante affrontare anche questo tema “delicato” con i propri figli per quanto possibile in modo sereno (Dazzi, T., et al., Psychological Medicine, Vol.44, No.16, 2014).

Affrontare il tema della sessualità.
La sessualità e l’identità di genere sono altri aspetti centrali nella crescita e nello sviluppo di un adolescente. I genitori spesso si sentono in imbarazzo o poco attrezzati per affrontare questo argomento. Secondo uno studio pubblicato sul “Journal of Sex Research (Vol.57, No.9, 2020) gli adolescenti sottolineano come parlano raramente e poco di questi temi con i genitori. Padilla-Walker consiglia ai genitori di parlare della sessualità normalmente all’interno delle conversazioni con i figli con un atteggiamento aperto e disponibile. Infatti tutto quello che non chiederanno ai loro genitori lo domanderanno inevitabilmente agli amici o ricercheranno informazioni sul web.

I genitori possono quindi affrontare questi temi nel quotidiano prendendo spunto magari da film, serie televisive o libri che affrontano anche indirettamente questi temi. I genitori che tendono poi ad avere stereotipi o pregiudizi di genere possono ridurre la qualità generale della relazione e della comunicazione con i figli. In una ricerca condotta dal Prof. Debra Garcia (California State University di Los Angeles, USA) è emerso un dato interessante. Lo psicologo ha raccolto 113 esperienze “stressanti” scritte da adolescenti e le ha mostrate a un campione di adulti chiedendo loro di valutare se ciascuna affermazione descriveva un problema maschile, femminile o di “genere neutro”.

Gli adulti hanno identificato in modo erroneo il 68% delle narrazioni scritte da ragazzi attribuendole a “fattori di stress femminili” e il 44% delle narrazioni di ragazze considerandole “fattori di stress maschili”. Gli errori più grossolani sono stati commessi su storie che descrivevano lo sviluppo dell’identità, l’orientamento sessuale e le amicizie. Questo studio rileva quanto profondo possa essere il divario tra il mondo adulto e quello degli adolescenti su un tema delicato e importante come quello della sessualità. Quindi i genitori e il mondo adulto sono invitati a riflettere sui propri pregiudizi rispetto all’orientamento di genere prima di affrontare questo tema con i propri figli.

Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association

Riferimenti bibliografici
  • Dazzi T.,Gribble R., Wessely S, and Fear N.T., Does asking about suicide and related behaviours induce suicidal ideation? What is the evidence? Psychological Medicine, Vol.44, No.16, 2014.
  • Laura M. Padilla-Walker, Laura A. Stockdale, Daye Son, Sarah M. Coyne, Sara C. Stinnett. Associations between parental media monitoring style, information management, and prosocial and aggressive behaviors. Journal of Social and Personal Relationships, Vol.37, No.1, 2020.
  • Laura M.Padilla-Walker Sarah M.CoyneKevin M.Collier. Longitudinal relations between parental media monitoring and adolescent aggression, prosocial behavior, and externalizing problems. Journal of Adolescence Volume 46, January 2016, Pages 86-97.
  • Laura M.Padilla-Walker , L.M., Coyne, S.M., Kroff, S.L. et al. The Protective Role of Parental Media Monitoring Style from Early to Late Adolescence. J Youth Adolescence 47, 445–459 (2018). 
  • Stress in America™ 2020.
  • Laura M.Padilla-Walker , Ryan McLean, Benjamin Ogles & Brittany Pollard. How Do Parents Teach “No Means No”? An Exploration of How Sexual Consent Beliefs Are Socialized During Adolescence. The Journal of Sex Research Volume 57, 2020 - Issue 9.
  • Wendy M. Rote, Judith G. Smetana. Beliefs About Parents' Right to Know: Domain Differences and Associations With Change in Concealment. Journal of Research on Adolescence, Vol.26, No.2, 2016.

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