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I disturbi del sonno: dall'insonnia alla narcolessia.

apr 07, 2021

Generalmente le persone più giovani soffrono di difficoltà legate all’addormentarsi mentre le persone più anziane presentano maggiori difficoltà a mantenere il sonno.

I disturbo del sonno dall'insonnia alla narcolessia
Generalmente le persone più giovani soffrono di difficoltà legate all’addormentarsi mentre le persone più anziane presentano maggiori difficoltà a mantenere il sonno. Le problematiche relative al sonno presentano un certo grado di familiarità. I disturbi del sonno sono classificati come primari ed includono le dissonnie e le parasonnie. Le dissonnie riguardano le difficoltà legate all’addormentarsi o al mantenere il sonno (insonnia) o la sensazione di eccessiva sonnolenza (ipersonnia). L' insonnia può essere trattata con efficacia, senza l'ausilio di psicofarmaci, grazie al protocollo di intervento previsto dalla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale per l'Inonnia (CBT-I Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia). Il miglior modo per superare l'insonnia è quindi un trattamento naturale e basato sull'evidenza scientifica.

L’insonnia primaria è caratterizzata da un problema nell’inizio o nel mantenimento del sonno. Le persone che soffrono di questo disturbo presentano difficoltà significative nell’ambito professionale e personale, dato che non riescono a riposare in modo efficace durante la notte. L’insonnia primaria è spesso correlata alle preoccupazioni accumulate durante il giorno, a un eccesso di stimolazione cognitiva o a comportamenti che possono compromettere i normali cicli sonno/veglia. Spesso si instaurano nelle persone “circoli viziosi” che compromettono definitivamente la qualità e la quantità del sonno. Ad esempio quando una persona cerca di dormire senza riuscirci incrementa il suo livello di tensione emotiva e anche l'aggressività, tale disagio non può che aumentare le difficoltà di addormentarsi.

L’insonnia, quando diviene cronica, influenza negativamente lo stato emotivo della persona, riducendo sensibilmente i livelli di attenzione, le capacità cognitive, la motivazione e il livello di energia fisica. L’ipersonnia primaria è caratterizzata da un estremo livello di sonnolenza (della durata di almeno un mese) che si presenta con lunghi periodi di sonno o dalla presenza eccessiva di episodi di sonno diurno che interferiscono in modo significativo con la sfera professionale, sociale e relazionale della persona.

La narcolessia si caratterizza con episodi ripetuti nel tempo di sonno (ai quali la persona non riesce a resistere), episodi di catalessia (improvvisa perdita del tono muscolare, soprattutto quando l’individuo sperimenta emozioni intense) e intrusioni di sonno R.E.M. durante il giorno. Generalmente il livello di sonnolenza decresce dopo una attacco narcolettico, salvo ripresentarsi in seguito.

I disturbi del ritmo circadiano del sonno sono caratterizzati da uno sfasamento significativo tra il ciclo sonno/veglia dell’individuo e le richieste del contesto esterno. I disturbi del sonno possono anche essere correlati a difficoltà respiratorie (es. apnee del sonno) che sono derivati da una anormale ventilazione notturna che portano a una eccessiva sonnolenza o insonnia. I sintomi possono includere un senso di soffocamento, angoscia ed estrema difficoltà nel risveglio. Le parasonnie sono caratterizzate da eventi fisiologici che si verificano durante il sonno, da comportamenti anormali (es.sonnambulismo), da alterazioni di specifiche delle fasi del sonno o da passaggi irregolari dallo stato di sonno a quello di veglia.

Gli incubi sono caratteristici tra i 3 e i 6 anni di età e tendono a scomparire naturalmente quando i bambini crescono. In alcuni casi possono continuare a persistere o presentarsi anche in età adulta. Il cosiddetto “pavor nocturnus” si caratterizza da improvvisi e drammatici risvegli, che esordiscono con un urlo o con un forte pianto da parte della persona. Il livello di angoscia sperimentato è elevato e coinvolge tutto il sistema autonomo (sudorazione, accelerazione del respiro, rossore, dilatazione delle pupille…).

Nei bambini tale disturbo può esordire tra i 4 e i 12 anni e tende a risolversi spontaneamente nell’adolescenza. Negli adulti l’età di esordio è in genere compresa tra i 20 e i 30 anni, e tende a presentare un andamento cronico. Il sonnambulismo è caratterizzato da ripetuti episodi in cui si presentano comportamenti motori complessi (ad esempio: la persona mentre dorme si alza dal letto, inizia a camminare e riesce persino a scendere scale e uscire di casa). Generalmente tale disturbo del sonno si presenta tra i 4 e gli 8 anni e può raggiungere il suo massimo verso i 12 anni di età.

E’ importante sottolineare che molti disturbi del sonno sono una conseguenza secondaria di altri disturbi che coinvolgono la sfera emotiva della persona (ad esempio disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbo post-traumatico da stress…). Il loro decorso è spesso correlato in modo significativo con l’andamento del disturbo psicologico. I disturbi del sonno correlati all’uso di sostanze devono essere distinti dagli altri disturbi dato che presentano modalità di esordio e di decorso differenti.

Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association

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