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Infarto saper riconoscere i sintomi e chiedere un aiuto medico

apr 12, 2022

Una ricerca  ha evidenziato un dato interessante: chi possiede una maggiore familiarità con la matematica tende a chiedere più rapidamente un aiuto medico quando compaiono i primi sintomi.

Riconoscere i sintomi dell'infarto

In alcuni casi i sintomi dell'infarto sono complessi da riconoscere per una persona e possono essere scambiati per altri problemi di salute. In genere compare il tipico dolore al petto che si estende lungo la spalla, il braccio o la schiena ma anche sensazioni che coinvolgono lo stomaco, un'intensa sudorazione, la nausea e il vomito. La celerità con la quale un paziente decide di cercare aiuto può essere determinante per la sua vita e non è legata solo al saper riconoscere i sintomi. Comprendere quali fattori stimolano questi processi decisionali può essere utile per migliorare la prevenzione. Una ricerca pubblicata su “Annals of Behavioral Medicine” che ha coinvolto 102 persone sopravvissute ad un attacco cardiaco ha evidenziato un dato interessante: chi possiede una maggiore familiarità con la matematica tende a chiedere più rapidamente un aiuto medico quando compaiono i primi sintomi. I ricercatori hanno somministrato ai pazienti, dopo cinque giorni dall’evento, diversi test (ad esempio: ansia, depressione, gravità dei sintomi, conoscenza dei sintomi, ritardo nel processo decisionale) uno di essi in particolare si concentrava sulle abilità di calcolo.


Chi è più abile in matematica chiede aiuto più velocemente

I risultati hanno mostrato che coloro che hanno presentato una performance più elevata nella gestione del test di calcolo erano stati in grado di ricercare al momento del bisogno un’assistenza medica entro un’ora dalla comparsa dei primi sintomi rispetto a coloro che erano risultati meno abili. La capacità di applicare i concetti matematici alla vita quotidiana favorisce, secondo i ricercatori, una maggiore abilità nel valutare i rischi per la salute e in generale permette di rendere più efficaci e rapidi i processi decisionali. La prevenzione non è solo una questione di corretta informazione ma anche di stimolare dei processi decisionali più efficaci.

Purtroppo molte persone ritardano la richiesta di un supporto medico durante la comparsa della cosiddetta “Sindrome Coronarica Acuta” aumentando in questo modo la probabilità di incorrere in gravi conseguenze. Malgrado la ricerca abbia compiuto passi importanti non si è ancora riusciti a migliorare in modo significativo il comportamento delle persone nelle situazioni potenzialmente critiche. E’ comprensibile come sia importante approfondire le ragioni che influenzano i processi decisionali, aspetti che coinvolgono sia i processi cognitivi (come nel caso di questa ricerca) che emozionali.


Per una buona prevezione è importante lavorare sui processi di decision making

Infatti si è visto come il processo decisionale che portava a richiedere un aiuto specialistico era sensibilmente più elevato nel caso di persone che mostravano una minore confidenza con l’abilità di calcolo. Inoltre all’arrivo al Pronto Soccorso i pazienti risultavano positivi al test della Troponina (enzimi di natura proteica che possono segnalare un danno a livello cardiaco). A questo punto risulta quindi importante, a livello di prevenzione, occuparsi di questi aspetti soprattutto per migliorare e personalizzare i processi di comunicazione e individuare le persone che potrebbero avere problemi nell’elaborare una decisione che potrebbe salvargli la vita. Tale ricerca evidenzia come il ruolo della psicologia possa, ancora una volta, risultare centrale nell’elaborazione di strategie preventive.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Fonte:

Numeracy Predicts Risk of Pre-Hospital Decision Delay: a Retrospective Study of Acute Coronary Syndrome Survival. Dafina Petrova, Rocio Garcia-Retamero, Andrés Catena, Edward Cokely, Ana Heredia Carrasco, Antonio Arrebola Moreno, José Antonio Ramírez Hernández e Dafina Petrova. Petrova, D., Garcia-Retamero, R., Catena, A. et al. ann. behav. med. (2017) 51: 292.

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