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Come mai è difficile dare dei buoni consigli?

giu 14, 2023

C'è sempre qualcuno, un amico o un parente, che ci chiede un consiglio su qualcosa. Ma perché è così difficile dare dei buoni consigli? Cosa ostacola la nostra capacità di offrire soluzioni pratiche e razionali? In questo articolo esploreremo i processi mentali coinvolti nel problem solving e come questi possono influenzare le nostre scelte. Scopriremo anche alcune trappole mentali comuni che possono sabotare il nostro giudizio.

Come mai è difficile dare dei buoni consigli?

I motivi per cui è difficile dare dei buoni consigli

Dare dei buoni consigli può sembrare un compito facile, ma in realtà non lo è affatto. Ci sono diversi motivi per cui questo si verifica. In primo luogo, quando amici o parenti ci chiedono dei consigli su situazioni personali difficili, noi tendiamo ad essere influenzati dalle nostre decisioni ed esperienze passate e dalle nostre emozioni. Questo può portarci a dare consigli che potrebbero non essere applicabili a quella specifica persona e alla sua situazione. La mente umana tende a semplificare ed a utilizzare una visione mono causale ovvero c’è sempre e solo un’unica causa alla base di un problema. Inoltre la ricostruzione ex-post di un evento è sempre ricca di errori e di profonde distorsioni. Il pensiero è influenzato da bias, pregiudizi, stereotipi ed euristiche che possono portarci a giudicare erroneamente una situazione o una persona. In altre parole, le trappole mentali possono impedirci di vedere chiaramente la soluzione migliore. Se siamo legati da un rapporto relazionale profondo con l’altra persona siamo inevitabilmente influenzati dal rapporto umano. Infine, anche la scarsa empatia può diventare un ostacolo alla capacità di dare dei buoni consigli. Per questo diventa difficile fornire dei validi suggerimenti che possano aiutare veramente qualcuno a risolvere i propri problemi e trovare la miglior via d'uscita da una situazione critica. Per questa ragione gli psicologi tendono ad aiutare le persone senza utilizzare dei consigli diretti (che sono nella maggior parte dei casi inefficaci o in alcuni casi pericolosi). Gli esperti sostengono il paziente ad elaborare la sua soluzione supportandolo nel processo di consapevolezza, di problem solving e di decision making. Per fare questo serve una lunga formazione specifica che non può essere improvvisata limitandosi a dare dei consigli di buon senso.


Soluzioni semplici a problemi complessi

Ci sono molte situazioni in cui può essere difficile dare dei buoni consigli, anche se il nostro intento è quello di aiutare gli altri. Per esempio, quando si tratta di problemi personali, come le relazioni interpersonali o la salute mentale, spesso ci sentiamo impotenti e non sappiamo bene cosa dire. In questi casi, potremmo sentirci tentati di fornire delle soluzioni rapide o facili da applicare solo per cercare di evitare il senso di impotenza che si sperimenta di fronte a queste situazioni. In realtà ogni situazione è unica e richiede una soluzione su misura. Infatti, le decisioni importanti richiedono una profonda conoscenza della situazione e del contesto che circonda l'individuo. È importante quindi prendersi il tempo necessario per ascoltare attentamente l’altro prima di offrire qualsiasi tipo di suggerimento. In questo modo saremo in grado di capire appieno le necessità dell'altra persona ed eviteremo errori dovuti alla nostra superficialità nell'analisi del problema.


Perché è meglio evitare di dare dei consigli?

Le conseguenze negative di non riuscire a dare dei buoni consigli possono essere molteplici e variegate. In primo luogo, si rischia di perdere la fiducia delle persone che ci chiedono aiuto: se i nostri consigli risultano inefficaci o addirittura dannosi per loro, difficilmente torneranno a cercare il nostro supporto in futuro oppure potremmo essere accusati di aver spinto una persona a fare qualcosa che non avrebbe voluto. Potremmo causare danni irreparabili alle relazioni con amici e parenti, specialmente se abbiamo esercitato un’influenza negativa sulla loro vita anche se in modo del tutto inconsapevole. Inoltre non tutte le persone sono dotate di una buona capacità di analisi, di empatia e di solide competenze di problem solving. Dovremmo imparare ad ascoltare attentamente chi ci chiede aiuto senza giudicare troppo velocemente la situazione presentataci.

 

Conclusione

  • Per poter dare dei consigli è necessario approfondire il problema da più punti di vista ed avere delle ottime capacità di gestire i processi di comunicazione.
  • Quando un amico o un parente ci espone un suo problema la tendenza, dall’esterno, è quella di semplificare la questione e di individuare delle soluzioni semplici per uscire dal senso di impotenza che sperimentiamo.
  • L’empatia, la capacità di ascoltare l’altro e la capacità di fornire dei feedback adeguati sono tutte caratteristiche che richiedono un lungo training e che non si possono improvvisare.
  • I consigli che formuliamo sono basati in gran parte sulla nostra esperienza che non è mai sovrapponibile a quella dell’altro.
  • Spesso la richiesta di un consiglio cela il bisogno di essere ascoltati e compresi. Il vostro interlocutore potrebbe cercare da voi un supporto e non un consiglio.
  • Astenetevi da dare dei consigli piuttosto ascoltate con attenzione il vostro interlocutore.
  • Un consiglio in genere è formulato solo sul piano razionale e non tiene conto della complessità della mente e degli aspetti emozionali, relazionali ed inconsci.

Infine se siamo troppo coinvolti sul piano emozionale è praticamente impossibile formulare dei buoni consigli.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

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