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Come affrontare la crisi economica e la pandemia

apr 24, 2021

Affrontare in modo efficace gli effetti psicologici che una pandemia può generare è fondamentale per poter far ripartire una nazione e dare una prospettiva verso il futuro. Sappiamo quanto questi aspetti giochino un ruolo cruciale in tanti contesti. Conosciamo quanto l’impatto economico possa determinare un’ulteriore (evitabile) sofferenza. La resilienza non è uno slogan ma deve tradursi in azioni concrete e pragmatiche da parte delle istituzioni.

La psicologia, in quanto disciplina scientifica, può offrire delle indicazioni concrete su quello che potrà essere lo scenario da affrontare nel prossimo futuro per via della pandemia. Il COVID-19 sta infatti generando uno scenario complesso anche sul piano economico. Il blocco del mondo aziendale, le limitazioni degli scambi (ad esempio la sospensione del trattato di Schengen in Europa) ha portato in alcuni casi a licenziamenti immediati di tanti lavoratori o al ricorso alla cassa integrazione (questo è accaduto ad esempio in Italia per le categorie “tutelate”).

Il tessuto economico italiano è basato su un sistema di PMI e di piccole attività che possono essere i soggetti più fragili ed esposti ad un’ondata di crisi di queste proporzioni e i correttivi messi in campo al momento appaiono piuttosto deboli o ancora viziati da un sistema burocratico che rallenta i processi decisionali. Durante un’emergenza la flessibilità e la dinamicità delle risposte è un fattore chiave a cui deve essere affiancato un solido supporto tecnologico. Negli Stati Uniti lo scenario è particolarmente complesso la Federal Reserve ha stimato che circa 47 milioni di persone potrebbero perdere, nel secondo trimestre del 2020, il posto di lavoro e questo comporterebbe un tasso di disoccupazione di circa il 32%.

Questo dato sarebbe molto più alto persino della Grande Depressione che nel 1933 quanto negli USA si raggiunse il dato del 24,9% di disoccupazione. Ricordo anche se la crisi finanziaria iniziò nel 1929 i suoi effetti più catastrofici si verificarono negli anni successivi. Si tratta di una previsione inquietante che potrebbe generare delle ricadute a livello mondiale.

Quale può essere l’impatto sulla dimensione psicologica?
Partendo dai dati che abbiamo a disposizione rispetto alla Grande Recessione ovvero la crisi economica mondiale che si è verificata tra il 2007 e il 2013, possiamo formulare alcune ipotesi di scenario (Forbes & Krueger, Clinical Psychological Science, Vol. 7, No 5, 2019). Per prima cosa coloro che avevano sofferto maggiormente di problematiche psicologiche erano anche, come è prevedibile, i soggetti più esposti alle difficoltà economiche e finanziare. Ma anche il senso generale di incertezza e di confusione che aveva caratterizzato quel periodo aveva provocato negli individui problemi di natura emozionale. Infatti in quegli anni è registrato un incremento del consumo di sostanze ed un aumento dei casi di depressione aspetto che ha coinvolto le fasce della popolazione più esposte alla crisi economica. Questi problemi sono emersi in modo significativo fino al 2013 ovvero quando è sopraggiunta la ripresa economica.

L’incertezza verso il futuro influenza gli investimenti
Un’altra dimensione psicologica importante, che può anche influenzare i consumi e gli investimenti, riguarda il clima di incertezza verso il domani. Un nemico invisibile e microscopico come un virus è stato in grado di disvelare tutta la fragilità della nostra società contemporanea inceppando, a livello sistemico, tutta una serie di attività, produzioni e servizi che davamo per scontati. Mentre in alcuni casi sono emersi modelli organizzativi virtuosi come nel caso della Corea del Sud. È innegabile il COVID-19 sta generando degli effetti rapidi su tutta l’economia mondiale e gli indicatori stanno evidenziando come stiamo entrando in un’altra recessione globale. La dimensione economica come la perdita del lavoro e di un ruolo professionale avrà effetti importanti sul piano psicologico che si tradurranno in ulteriori costi da affrontare. Questa dimensione deve quindi essere seriamente presa in carico dai decisori politici per ridurre l’impatto sociale ed economico che la dimensione psicologica può ulteriormente generare.

L’impatto psicologico non sarà uguale per tutti
I dati che sono stati raccolti negli Stati Uniti dal MIDUS (Midlife Development) sono interessanti. Questa organizzazione ha utilizzato un approccio innovativo approfondendo anche i fattori psicologici (ad es. tratti di personalità, locus of control, motivazione…) insieme a quelli più classici di tipo demografico. Questo ha permesso di “scattare delle fotografie” più nitide della situazione generale e di poter realizzare delle previsioni più solide rispetto al futuro. I ricercatori del MIDUS hanno confrontato due periodi storici: la metà degli anni ’90 del secolo scorso con gli anni compresi tra il 2011 e il 2014 (post-recessione economica). Da questa analisi emerge che sia la salute fisica che quella psicologica hanno subito un peggioramento significativo soprattutto nelle fasce più deboli a livello economico e nelle minoranze (Goldman et al., PNAS, Vol. 155. No. 28, 2018 ). Questo ha prodotto un aumento significativo, sul piano statistico, degli atti anti-conservativi, dell’uso di sostanze e di altre problematiche importanti sul piano psicologico. Questo è un aspetto che ha coinvolto più gli uomini che le donne. Le persone più benestanti non hanno subito quasi nessun effetto significativo su queste dimensioni. Ne consegue che più è basso il livello socio-economico più una persona risulta fragile ed esposta ad un’ulteriore ondata di sofferenza psicologica e fisica. Per certi versi, per via del principio di contrasto, coloro che occupano posizioni più elevate nella società potrebbero addirittura presentare un quadro generale migliore di quello precedente.

Le disuguaglianze sanitarie possono aggravarsi durante una crisi economica
È quanto emerge dalle ricerche condotte sui dati elaborati dal MIDUS. Il peggioramento delle condizioni economiche comporta anche una maggiore difficoltà in termini di salute generando una serie di effetti a cascata sull’organismo. Anche la dimensione psicologica influenza le capacità di risposta di un organismo producendo un circolo vizioso dal quale è complesso uscirne. Anche l’accesso alle cure può essere limitato dalla capacità di spesa, dimensione che può riguardare anche paesi come l’Italia. Il nostro sistema sanitario è stato messo a dura prova in questo periodo e comunque soffre di alcune carenze croniche ed una qualità del servizio sanitario diffusa a “macchia di leopardo”.

Sarà garantita un’istruzione di qualità per tutti?
Anche il sistema scolastico potrebbe entrare in torsione per via delle nuove regole che potrebbero essere introdotte al fine di limitare la presenza nella stessa aula di tanti allievi. La scuola presenta già, nelle situazioni normali, delle enormi difficoltà compensate generalmente dalla buona volontà dei docenti e dal personale che ci lavora (come capita in fondo anche nel sistema sanitario). Come sarà possibile pensare ad un nuovo modello? Una crisi di questa portata potrebbe generare, anche in questo caso, delle disparità ulteriori? Quale impatto psicologico sta avendo nei bambini e negli adolescenti questo repentino cambio di contesto?

Lo smartworking: tra mito e realtà
Il COVID-19 ha improvvisamente trasformato quelle che erano considerate delle tecnologie “pericolose” in uno strumento utile per poter proseguire in molti casi l’attività lavorativa. Ma siamo entrati purtroppo in un altro “mito” quello del “lavoro da casa” come la panacea di ogni problema. La questione è molto più complessa e può coinvolgere in particolare le lavoratrici che si trovano a dover gestire, in contemporanea, anche la dimensione familiare e i figli. Il noto fenomeno del “soffitto di vetro” può quindi amplificarsi proprio durante una crisi globale come quella che stiamo affrontando in questi mesi. Inoltre i problemi legati alla privacy, alla disponibilità delle tecnologie e delle infrastrutture adeguate rappresentano un altro freno importante all’uso di questi strumenti. Il digital divide non è improvvisamente sparito, anzi ha amplificato ulteriormente il divario già esistente nel passato.

L’aumento degli atti anti-conservativi
Secondo l’OMS circa 800.000 persone perdono la vita ogni anno per atti anti-conservativi. Durante il periodo della Grande Recessione (2007-2013) si è purtroppo notato un aumento dei sucidi in particolare nel Nord e nel Sud America. In Europa si è registrato un aumento del 4,2% tra la popolazione maschile mentre non si è registrata nessuna differenza tra le donne. In generale secondo il British Medial Journal (Vol.347, 2013) l’aumento degli atti anti-conservativi è stato del 6,4% negli uomini e del 2,3% nelle donne a livello globale. Naturalmente si tratta di un argomento delicato ma che deve essere affrontato in termini preventivi investendo delle risorse nel sistema sanitario per garantire un valido supporto psicologico soprattutto per le fasce più esposte della popolazione.

L’ambito sanitario
È facile immaginare che gran parte del personale sanitario che in questo periodo di emergenza ha lavorato con dedizione assoluta e con turni massacrati potrà andare incontro a delle difficoltà sul piano psicologico in un prossimo futuro. Intercettare questa domanda e questi bisogni sarà un altro aspetto importante da parte del sistema sanitario pubblico che richiederà l’immissione di nuove risorse per coprire questi bisogni. Anche in questo caso l’invito è quello di far riferimento ai protocolli internazionali e alle linee guida che sono già a disposizione dei professionisti nel trattamento dei PTSD. Evitando l’improvvisazione o il ricorso a metodologie non efficaci.

La dimensione psicologica è centrale durante una crisi economica
Affrontare in modo efficace gli effetti psicologici che una pandemia può generare è fondamentale per poter far ripartire una nazione e dare una prospettiva verso il futuro. Sappiamo quanto questi aspetti giochino un ruolo cruciale in tanti contesti. Conosciamo quanto l’impatto economico possa determinare un’ulteriore (evitabile) sofferenza. La resilienza non è uno slogan ma deve tradursi in azioni concrete e pragmatiche da parte delle istituzioni.

Che cosa fare nel concreto?
I dati che abbiamo a disposizione evidenziano come una crisi economica determini una serie di conseguenze importanti sul piano della salute sia fisica che mentale delle persone. Per questa ragione è fondamentale agire da subito per contrastare un fenomeno che con molta probabilità di verificherà nei prossimi mesi. In sintesi:
  • Ampliare i servizi di psicologia nel sistema pubblico per garantire un’adeguata copertura per le fasce più esposte della popolazione.
  • Creare delle convenzioni con il sistema privato per garantire una maggiore copertura dei servizi psicologi anche utilizzando la “telepsicologia”.
  • Fare riferimento alla ricerca scientifica, a metodologie consolidate e basaste sull’evidenza in ogni settore.
  • Evitare di semplificare i problemi o di svalutare le esigenze di carattere economico. Questa variabile influenza direttamente la qualità della vita e la salute generale delle persone.
  • Prestare attenzione in particolare alle fasce più esposte con programmi ad hoc, basati sulla ricerca scientifica e supportati da un approccio Evidence Based.
  • Essere consapevoli che un investimento nella psicologia potrà garantire un ritorno non solo a livello sociale ma anche economico.
  • Investire nel sistema formativo prevedendo l’introduzione dello Psicologo scolastico al fine di garantire un punto di riferimento strutturato all’interno dell’istituzione.
  • Investire nell’innovazione tecnologica, nella ricerca e nell’istruzione.
  • Essere consapevoli che i lavori a “basso valore aggiunto” potrebbero essere facilmente sostituiti nel futuro per via dell’accelerazione dei processi di automatizzazione che sono già in atto. Per questa ragione sarà fondamentale mettere in campo dei supporti formativi e di orientamento realmente efficaci per ricollocare molte risorse all’interno del sistema produttivo.
  • Introdurre una vision organizzativa innovativa nel sistema pubblico. Superare la dimensione “burocratica e politica” a favore di un modello “flessibile”, meritocratico, basato sull’efficienza e sulla qualità del servizio.
  • Stimolare i comportamenti virtuosi premiando i cittadini che si comportano in modo adeguato rispetto alle regole evitando di utilizzare il condono come strumento “politico”. 
  • Favorire, da parte dei decisori politici, una visione di unità generale.
  • Abbandonare gli schemi disfunzionali del passato.
  • Lavorare sulla prevenzione per limitare i costi e l’impatto sociale delle future emergenze che l’Italia dovrà inevitabilmente affrontare.
  • Cambiare prospettiva per il futuro cogliendo questa occasione per modificare degli atteggiamenti consolidati che hanno portato l’Italia (ma non solo) in questa situazione.
  • Superare la “ricerca del colpevole” e sviluppare la capacità di analizzare le cause, introdurre dei correttivi efficaci e imparare da quanto è accaduto (lesson learned).
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association

Fonte
APA How will people react to the new financial crisis? 2020

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