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Brain training: funzionano le app per allenare il cervello?

apr 03, 2023

Le app per l'allenamento mentale sono strumenti digitali che prometto di migliorare le tue capacità cognitive. Ma producono davvero gli effetti promessi?

App di brain training funzionano veramente

Che cosa sono le app di mental training?

Le app per l'allenamento mentale sono dei software che sono stati progettati per favorire il potenziamento cognitivo dell’essere umano, migliorare il benessere mentale e le prestazioni. Queste app utilizzano una varietà di tecniche come giochi, puzzle e altri esercizi per aiutare gli utenti a migliorare la memoria, la concentrazione e favorire lo sviluppo di alcune competenze. Le app di allenamento mentale sono progettate per rendere il cervello dell'utente più efficiente fornendo loro sfide regolari che stimolano il cervello. Secondo quanto promesso dai programmatori l’uso regolare di queste app dovrebbe aumentare le capacità mentali e persino ridurre il rischio di declino cognitivo legato all'età. Queste app in genere si presentano sotto forma di applicazioni "fitn" o "brain training" che possono essere scaricate su smartphone o tablet. Offrono agli utenti una vasta gamma di attività tra cui giochi di memoria, problemi di matematica, sfide linguistiche e altro ancora. L'obiettivo è aiutare gli utenti a rimanere mentalmente attivi divertendosi allo stesso tempo.

Le app per il mental training funzionano?

Un’applicazione commerciale dedicata al cosiddetto “brain training” sembra che non produca i promessi effetti positivi sulle prestazioni cognitive degli utilizzatori. E’ quanto evidenzia una ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience e questo risultato evidenzia quanto sia necessario approfondire,con ulteriori studi specifici, la reale efficacia di questi strumenti. La ricerca ha coinvolto 128 giovani adulti (57 donne e 71 uomini), una parte del campioneè stato sottoposto ad un programma di allenamento di 10 settimane attraverso un software (Lumosity) che prometteva di migliorare le performance cognitive mentre l’altra parteha utilizzato, per lo stesso periodo di tempo, un normale videogioco. Prima e dopo il training tutti i partecipanti all’esperimento sono stati sottoposti adiverse valutazioni cognitive ed hanno affrontato un compito decisionale monitorati attraverso la fMRI (Risonanza Magnetica funzionale).
I risultati della ricerca hanno evidenziato che non esiste nessuna differenza significativa tra i due gruppi ed inoltre, nel processo decisionale, non si è rilevata nessun cambiamento a livello neuronale. Infatti i partecipanti che hanno utilizzato l’applicazione commerciale hanno migliorato (come era prevedibile) le loro capacità specifiche nei vari compiti previsti dal videogame, ma nel complesso i miglioramenti cognitivi si potevano sovrapporre aquelli ottenuti da coloro che avevano utilizzato un software standard. Il training cognitivo commerciale per quanto concerne l’attività cerebrale, i processi di decision making o in generale la performance cognitiva non sembra quindi produrre un vantaggio superiore rispetto ai videogiochi standard .

In sintesi

  • Le app di Brain Training commerciali non producono particolari miglioramenti a livello cognitivo.
  • L'uso di un normale videogioco può generare un effetto positivo.
  • Il miglioramento che l'utente osserva soggettivamente è un normale processo di apprendimento specifico all'esercizio ma non procura ricadute in altri ambiti.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

Joseph W. Kable, M. Kathleen Caulfield, Mary Falcone, Mairead McConnell,Leah Bernardo, Trishala Parthasarathi, Nicole Cooper, Rebecca Ashare, JanetAudrain-McGovern, Robert Hornik, Paul Diefenbach, Frank J. Lee and Caryn Lerman. No Effect of Commercial Cognitive Training on BrainActivity, Choice Behavior, or Cognitive Performance (2 August 2017, 37 (31)7390-7402)

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