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Le apparenze ingannano: l'effetto alone e gli stereotipi.

mar 14, 2023

L'effetto alone può portare a dei pregiudizi che influenzano il processo decisionale ed a delle valutazioni imprecise di tratti caratteriali, abilità e prestazioni.

Le apparenze ingannano: l'effetto alone

Che cos'è l'effetto alone?

L'effetto alone è un fenomeno psicologico che si verifica quando un singolo tratto di un individuo influenza la percezione di tutte le altre caratteristiche. Ad esempio è sufficiente vedere una persona con un camice bianco per attribuirgli una serie di significati in modo del tutto automatico e stereotipato, come ad esempio: è un medico, è una persona seria ed è disponibile ad aiutare gli altri. Lo psicologo americano Frederick L. Wells individuò per primo l’effetto alone nel 1907 realizzando uno studio sulle valutazioni del merito letterario attribuito a vari autori. Ma fu Edward Thorndike nel 1920 che introdusse, sul piano scientifico, il concetto di “halo-error” (effetto alone) all’interno dell’articolo “A Constant Error in Psychological Ratings”. Lo psicologo utilizzò il termine alone con un preciso riferimento all’iconografia religiosa e in particolare a quella dei Santi che vengono normalmente rappresentati con un’aureola in testa. Successivi studi e ricerche hanno confermato la bontà di questa ipotesi. Questo fenomeno psicologico evidenzia quanto le prime impressioni siano importanti ma, al contempo, anche in grado di creare delle aspettative elevate che rischiano di andare deluse nel medio-lungo periodo. Non a caso i truffatori sanno benissimo che un vestito elegante, un orologio prezioso ed un atteggiamento gentile e disponibile verso una persona sono tutti gli elementi necessari per portare a segno un crimine con successo. Infatti, in pochi secondi l’essere umano è in grado di formarsi un’idea dell’interlocutore, attribuendoli in modo del tutto arbitrario una serie di caratteristiche positive partendo solo dall’aspetto fisico, dal vestito o da un altro aspetto come l’appartenenza a un dato partito politico. Ad esempio se crediamo all’Oroscopo e scopriamo che la persona che abbiamo appena conosciuto è della Bilancia cercheremo di confermare tutte le nostre ipotesi di personalità relative a quel segno. Comprendere l'effetto alone può aiutarci a essere più consapevoli dei nostri pregiudizi, stereotipi e ad avere una mentalità più aperta quando formiamo delle opinioni sugli altri. Comprendere la psicologia alla base dell'effetto alone è importante per i professionisti del marketing, in quanto può aiutarli a creare delle campagne pubblicitarie più efficaci.

L'effetto alone, i pregiudizi e gli stereotipi

L’ abbigliamento oltre ad essere una necessità per proteggere il corpo, inevitabilmente rappresenta una vera e propria forma di comunicazione che affonda le sue radici direttamente nella personalità dell’individuo e nel contesto sociale e relazionale in cui esso interagisce. L’aspetto esteriore è determinato dall’apparenza fisica e dall’abbigliamento. La conformazione fisica (forma e dimensione del corpo…) può influenzare gli interlocutori anche sulla base di alcuni stereotipi sociali. L’ effetto alone si ha quando una singola caratteristica di una persona domina la percezione che gli altri hanno di lei, anche riguardo ad altri aspetti. Ad esempio è noto che le persone che indossano una divisa (ad es. il camice del medico, la divisa da poliziotto o da pilota) possono essere percepite come più oneste, disponibili e buone delle altre. e persone che hanno un ruolo importante nella società possono essere percepite “come più alte” di quanto siano in realtà. Viviamo in un mondo complesso e di conseguenza l’essere umano deve operare delle necessarie semplificazioni per sopravvivere all’eccesso di stimoli. E’ assolutamente normale ricorrere a degli schemi e a delle categorie mentali. Il termine stereotipo viene dal greco stereòs (solido) e typos (tipo) e trae il suo significato dall’arte della “stereotipia” (incisioni realizzate su delle tavolette). Molto diverso è il discorso se affrontiamo il delicato tema del pregiudizio. Secondo Allport il pregiudizio è un “giudizio anticipato rispetto alla valutazione dei fatti. Atteggiamento sfavorevole od ostile che presenta caratteri di superficialità, indebita generalizzazione e rigidità, implicando un rifiuto di mettere in dubbio la fondatezza dell’atteggiamento stesso e la persistenza a verificarne la consistenza e la coerenza”. Il pregiudizio influenza pesantemente il comportamento e può indurre a generalizzazioni pericolose che possono sfociare in atteggiamenti discriminatori come accade ad esempio per le persone che professano la fede musulmana.

Come evitare di farsi influenzare dall'effetto alone?

Come abbiamo visto l'effetto alone è un bias cognitivo che induce le persone a esprimere giudizi su qualcuno in base al loro tratto più importante o visibilie al primo impatto. L'effetto alone può però portare a valutazioni superficiali ed imprecise di individui e gruppi. I truffatori conoscono molto bene questo processo psicologico e sfruttano questo limite dell'essere umano per portare avanti i loro obiettivi curando ad esempio il loro look e adottando uno stile di comunicazione gentile e disponibile.  È importante essere consapevoli di questo pregiudizio per evitare di caderne vittima. Ci sono diverse strategie che si possono usare per evitare di soccombere al pregiudizio dell'alone evitando le scorciatoie cognitive che ci portano fuori strada. Questi includono essere consapevoli dei propri pregiudizi, considerare più fonti di informazioni quando si prendono decisioni e avere una mentalità aperta riguardo alle prospettive degli altri. Inoltre, è importante prendersi il tempo necessario per una valutazione e una valutazione accurate, piuttosto che affidarsi a giudizi improvvisi o nozioni preconcette. Impiegando queste strategie, possiamo garantire l'equità nelle nostre valutazioni e ridurre la probabilità di esprimere giudizi distorti su coloro che ci circondano.

In sintesi:

  • L’effetto alone è un bias cognitivo (ovvero una distorsione dei processi mentali) che porta ad attribuire delle caratteristiche di personalità partendo dalla prima impressione.
  • L’effetto alone viene sfruttato soprattutto dai truffatori e dai criminali in modo più o meno consapevole.
  • L’effetto alone influenza il comportamento e rischia di condurre la persona verso conclusioni del tutto sbagliate.
  • La mente umana utilizza prevalentemente delle scorciatoie cognitive (dette euristiche) per semplificare la realtà e per poter prendere decisioni in modo più rapido.
  • Gli stereotipi sono normali (e non vanno confusi con i pregiudizi).
  • L’effetto alone può influenzare i risultati scolastici e professionali.
  • Le persone che commettono reati sfruttando il loro aspetto fisico vengono giudicati più negativamente degli altri ed ottengono condanne più severe.
  • L’effetto alone viene utilizzato nella pubblicità e influenza i comportamenti d’acquisto.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

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  • Efran, M. G. (1974). The effect of physical appearance on the judgment of guilt, interpersonal attraction, and severity of recommended punishment in a simulated jury task. Journal of Research in Personality, 8 (1), 45-54.
    Hernández-Julián, R., & Peters, C. (2017). Student appearance and academic performance. Journal of Human Capital, 11 (2), 247-262.
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  • Rosenthal, R., & Jacobson, L. (1968). Pygmalion in the classroom. The Urban Review, 3 (1), 16-20.
  • Sigall, H., & Ostrove, N. (1975). Beautiful but dangerous: effects of offender attractiveness and nature of the crime on juridic judgment. Journal of Personality and Social Psychology, 31 (3), 410.
  • Thorndike, E. L. (1920). A constant error in psychological ratings. Journal of applied psychology, 4 (1), 25-29.
    Wells, F. L. (1907). A Statistical Study of Literary Merit. (Columbia Univ. Cont. to Phil. & Psych., 16, 3.). Archives of Psychology.



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